Il comune di Ulassai e la
Stazione dell'Arte dedicano la "Prima Biennale d'Arte
Contemporanea" a Maria Lai.
Il museo d'arte contemporanea e il Camuc-Casa Cannas
ospitano, dal 2 giugno sino a ottobre, le opere di 25 artisti
sardi: Silvia Argiolas, Irene Balia, Ruggero Baragliu, Nicola
Caredda, Federico Carta, Roberto Cireddu, Siro Cugusi, Roberto
Fanari, Paulina Herrera Letelier, Silvia Idili, Marco Loi,
Alberto Marci, Silvia Mei, Veronica Paretta, Samuele
Pigliapochi, Paolo Pibi, Paola Pinna, Gianmarco Porru, Francesca
Randi,Massimiliano Rausa, Giuliano Sale, Stefano Serusi, Danilo
Sini, Angelo Spatola, Marco Useli.
Il filo conduttore, il rapporto artista e territorio, è un
richiamo al legame che la poliedrica artista di fama
internazionale scomparsa nel 2013 a 93 anni, ha imbastito con il
suo paese natale, con la comunità, il paesaggio, i luoghi,
geografici e dell'anima. Il percorso espositivo "Progetto e
destino" è organizzato da Comune e Stazione dell'arte
all'interno del progetto Borghi, finanziato dall'Ue con i fondi
del Pnrr attraverso il programma NextGeneration.
"Un riconoscimento e ringraziamento a un'artista, al suo
legame con la nostra comunità", ha messo in evidenza il sindaco
di Ulassai Giovanni Soru. Per Luisella Cannas e Claudia Contu la
Stazione dell'arte è il "coronamento di un sogno individuale e
collettivo, in un percorso che affonda le sue radici 43 anni fa
nella performance di arte pubblica "Legarsi alla montagna.
Compito della Stazione dell'Arte è valorizzare una tale eredità
riproponendo il confronto negli orizzonti del nuovo millennio".
"La gente, diceva Maria Lai, "ha bisogno di arte più di
quanto non pensi"; però "La materia prima dell'arte sta sotto
terra, e per trovarla bisogna scavare sotto profonde radici;
solo dopo che si è faticato si trovano gli elementi per
costruire il nuovo". Parlando della Biennale, per il direttore
artistico Gianni Murtas "non si tratta di trovare eredi, ma di
capire se le intuizioni di Maria Lai hanno un senso nel concreto
operare dell'arte d'oggi, se la ricchezza delle sue ricerche
riesce ancora a misurarsi negli orizzonti della contemporaneità.
Inutile dire che noi crediamo di sì".
L'inaugurazione della biennale coincide con la chiusura
dell'Ulassai Festival, tre giornate dal 31 maggio, dedicate
all'arrampicata e allo sport outdoor.
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