E' stata riconosciuta
"parzialmente incapace di intendere e di volere" ma anche
"socialmente pericolosa e non in grado di esercitare la
professione medica", la dottoressa di Tertenia, Alba Veronica
Puddu, 53 anni, condannata all'ergastolo in primo grado per
omicidio volontario aggravato, circonvenzione di incapace e
truffa. Questo l'esito della perizia psichiatrica disposta dalla
Corte d'assise d'appello di Cagliari, che ha incaricato del
compito il professor Elvezio Pilfo, già perito di Annamaria
Franzoni nel caso Cogne e più recentemente nel processo ad
Alessia Pifferi.
La professionista è accusata di aver curato pazienti affetti
da tumori con metodologie alternative - ultrasuoni,
radiofrequenze e rivitalizzazioni del sangue - che avrebbero
ridotto l'aspettativa di vita dei malati e accelerato la loro
morte. Sulla perizia, illustrata oggi in aula dal professor
Pilfo, ha concordato il consulente di parte civile Diego
Primavera, mentre il consulente della difesa, Paolo Milia, si è
spinto oltre spiegando che "ci sono elementi che orientano verso
una totale incapacità". L'avvocata Dedola rappresenta la vedova
dell'unico paziente la cui morte è stata attribuita alla
dottoressa nel processo di primo grado.
Si torna in aula il 20 settembre per la requisitoria del
procuratore generale Luigi Patronaggio e le arringhe degli
avvocati di parte civile, Rita Dedola, Mauro Massa e Gianfranco
Sollai. Il 4 ottobre discuteranno invece gli avvocati della
difesa Gianluca Aste e Michele Zuddas, nello stesso giorno
potrebbe arrivare anche la sentenza.
L'indagine era partita dopo un'inchiesta della trasmissione
Le Iene del 19 novembre 2017, in onda su Italia 1, in cui
venivano segnalati casi di malati oncologici che avevano
abbandonato le terapie tradizionali per quelle proposte da
Puddu. Nel maggio 2018 il gip aveva interdetto la dottoressa
dall'esercizio della professione medica, ma prima ancora era
stata oggetto di un procedimento disciplinare da parte
dell'ordine dei medici di Nuoro.
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