Si chiama Heat (acronimo di
Hybrid extended reality) il progetto europeo firmato lo scorso
aprile e di cui l'Università degli Studi di Cagliari è
coordinatore. Il progetto, che fa parte del programma Horizon
Europe e raggruppa 15 partner europei, nasce per aprire la
strada alle esperienze di nuova generazione, affrontando le
principali sfide per realizzare quelle esperienze che finora
potevano esistere solo nella nostra immaginazione: essere
realisticamente immersi (holo-ported) all'interno di spazi 3D
iper-realistici omnidirezionali e navigabili, sentirne
l'atmosfera e condividere queste esperienze con altri,
indipendentemente dalla loro posizione.
L'obiettivo di Heat è quello di integrare le tecnologie dei
media immersivi come le nuvole di punti/immagini olografiche, i
media multisensoriali e la realtà virtuale sociale (Social VR)
in un sistema di comunicazione multi-utente e abilitato al
feedback per fornire esperienze avvincenti, consapevoli del
contesto, in cui gli utenti remoti possono sperimentare un
ambiente reale catturato attraverso la realtà virtuale
immersiva, mentre gli utenti in presenza possono visualizzare e
interagire con gli ologrammi degli utenti remoti integrati
nell'ambiente reale attraverso il rendering olografico.
È un progetto di quasi 7 milioni di euro, di cui il 34% del
budget finanzia partner italiani e il 20 % partner sardi
(l'Università di Cagliari e il Teatro di Sardegna).
Come spiega Maurizio Murroni docente di Ingegneria industriale e
dell'informazione del Dipartimento di ingegneria elettrica ed
elettronica e principal investigator di Heat, "il progetto, che
durerà 36 mesi, punta a introdurre tecnologie che vanno oltre lo
stato dell'arte; in questi 3 anni dovremo sviluppare quattro
scenari in cui testeremo la validità del nostro sistema e delle
tecnologie utilizzate. Uno in Italia che riguarda,
fondamentalmente, il blended learning esteso, quindi
l'evoluzione di queste tecnologie, altri 3 che hanno invece una
vena più artistica. Lavoreremo con l'Irish National Opera a
Dublino per sviluppare un'opera che sia realizzata e prodotta
direttamente con questo tipo di tecnologia, mentre in Sardegna
svilupperemo con il Teatro di Sardegna un analogo sistema che
cercherà di testare e validare quelle che sono le proposte in un
contesto teatrale. In Romania, invece - prosegue Murroni -
lavoreremo con un produttore di contenuti musicali, nello
specifico per un festival blues e cercheremo di realizzare
quello che è l'applicazione di queste tecnologie".
Tutte le attività garantiranno il rispetto del GDPR
(regolamento generale sulla protezione dei dati) e dell'etica
per gli utenti finali dal momento che verranno utilizzate
tecniche di acquisizione biometrica, per le quali è stato
coinvolto anche Massimo Farina, docente di Scienze giuridiche e
Data Protection Officer (DPO) di UniCA.
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