"Nell'incontro tra la presidente
della Regione, il ministro Pichetto Fratin e l'assessore
Emanuele Cani solo una parvenza di rassicurazione sulle
rinnovabili. Quando leggiamo che impongono alla Sardegna una
quota di 6,2 gigawatt, cioè 3-4 volte di più di quello che serve
alla Sardegna, ci rendiamo conto che la Regione non sta davvero
contrastando questo eccesso di energia". Paure e dubbi
sull'eolico e sul solare sono stati espressi questa mattina in
un sit in sotto il palazzo regionale di viale Trento dagli
attivisti di Sardegna Pulita e Donne Ambiente Sardegna.
Per questo sono stati esposti striscioni e bandiere:
"Sardegna fuori dal fosso" il messaggio principale. Ma anche un
invito alla presidente della Regione Todde: "La terra è dignità
dei luoghi, della persone che vivono quei luoghi, storia e
cultura della propria comunità". "L'energia alternativa ci sta
anche bene - ha detto all'ANSA Angelo Cremone di Sardegna Pulita
- ma nella misura giusta e dove si può fare. La mappa e le aree
idonee devono essere rispettose dei beni paesaggistici. Non si
deve far diventare la Sardegna una ciabatta di impianti eolici.
Il Thyrrenian link è funzionale a questi disegni: noi diciamo no
alla servitù energetica in Sardegna. Il disegno di legge sulla
sospensione? Dimostra che questo governo regionale non è né
carne né pesce. Bisogna solo decidere la quota che serve ai
servi. E basta".
Non solo energia: "Servitù militari, servitù industriali,
servitù energetiche - ha detto Lidia Frailis di Donne ambiente
Sardegna leggendo un messaggio alla presidente Todde - Servi tu.
Noi no. Non una parola sui container di rifiuti radioattivi
sbarcati a Cagliari. Una nave carica di armamenti arrivata al
porto (Giorgino) dall'America per l'Arabia Saudita, il tutto nel
vostro indecente silenzio. Rigassificatori, industrie,
inceneritori, registro tumori e inquinamento dicono qualcosa?
Possiamo fare finta di niente? Noi no".
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