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Siccità: invasi al 62%, la grande sete della Sardegna

Siccità: invasi al 62%, la grande sete della Sardegna

Situazione critica in alcuni bacini in vista dell'estate

CAGLIARI, 03 giugno 2024, 15:31

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

La grande sete della Sardegna non è stata placata con l'ultimo colpo di coda della primavera autunnale che ha caratterizzato la fine di maggio, con precipitazioni diffuse in alcune zone dell'isola. Restano in vigore le restrizioni per l'irrigazione nelle campagne, soprattutto nel nord della regione, ma si avvicina il rischio di dover far ricorso a eventuali stop anche per l'uso potabile, da scongiurare con l'arrivo della stagione turistica e l'incremento della popolazione sulle coste, tra seconde case e hotel.
    Osservando il monitoraggio dell'Autorità di bacino regionale la situazione appare critica ma non ancora drammatica anche se in alcune aree - soprattutto al nord - la vigilanza è massima, tanto che si stanno già approntando dei piani per ovviare alle necessità dei prossimi mesi.
    Attualmente, con i dati aggiornati al 31 maggio, su una disponibilità degli invasi pari a 1.824 milioni di metri cubi di acqua, l'acqua presente nelle dighe è pari a 1.145,63 milioni, ossia il 62,8%, in calo rispetto al 65,5% di aprile quando nei bacini artificiali sardi erano presenti 1.194 milioni di metri cubi. Ma nel raffronto con lo stesso periodo dello scorso anno la differenza è di 16 punti percentuali, 1.433,25 milioni di metri cubi a maggio 2023 ossia il 78,6%.
    Tra le criticità l'Alto Cixerri, con gli invasi di Punta Gennarta e Medau Zirimilis, con una disponibilità di risorsa idrica pari solo al 14,8% e un indicatore di stato che si trova già sul livello di emergenza.
    In situazione di "allerta" il sistema idrico dell'Ogliastra, Posada (diga di Maccheronis) e gli invasi del sistema idrico nord occidentale, Alto Coghinas e Alto Taloro. Migliore la situazione nei bacini del Tirso (93,4%) e del Liscia 77%, meno bene in quello del Flumendosa con il 45,4%.
   

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