Il surriscaldamento globale e i
cambiamenti climatici in atto favoriscono la diffusione in
Europa delle malattie infettive trasmesse dagli insetti agli
animali e all'uomo.
È la conclusione condivisa da numerosi esperti di zoonosi,
ossia delle malattie degli animali potenzialmente trasmissibili
all'uomo, che si sono ritrovati nei giorni scorsi a Stintino per
un workshop intensivo promosso dalla World association for the
advancement of veterinary parasitology (Waavp), la Società
italiana di parassitologia (Soipa), Sardegna Turismo,
dipartimento di Medicina veterinaria dell'Università di Sassari
e Università di Lancaster.
Gli esperti provenienti da 10 nazioni (Algeria, Colombia,
Francia, Italia, Pakistan, Irlanda del Nord, Inghilterra,
Egitto, Israele, Sud Africa e Senegal) hanno convenuto, in
maniera unanime, dell'esistenza di un impatto prodotto dai
cambiamenti climatici sui vettori, ossia insetti come zanzare,
pappataci ma anche zecche, che oltre a succhiare il sangue dei
propri ospiti, possono veicolare al loro interno pericolose
infezioni parassitarie, batteriche e virali. Molte delle
malattie di cui si sta parlando in ambito zootecnico in
Sardegna, come la Blue Tongue, la malattia emorragica del cervo
o la febbre del Nilo, sono malattie trasmesse da questi vettori.
Per prevenire nuove malattie infettive e parassitarie è
necessaria una sorveglianza continua: "Il numero di patogeni e
di insetti da monitorare cresce a vista d'occhio e pertanto è
necessario mettere a punto sistemi diagnostici dei patogeni e di
cattura di insetti sempre più performanti e universali e quindi
la collaborazione con l'università e il mondo della ricerca è
fondamentale", hanno convenuto gli esperti.
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