La Sardegna è tra le regioni
rimandate nella tutela della salute. Promosse con buoni voti
Veneto, Piemonte, Bolzano e Toscana. Sufficienti Friuli-Venezia
Giulia, Trento, Emilia-Romagna, Liguria, Valle d'Aosta, Marche e
Lombardia. Da rivedere insieme alla Sardegna, Campania, Lazio,
Umbria, Abruzzo e Puglia. Fortemente insufficienti Sicilia,
Molise, Basilicata e Calabria. È il primo risultato che emerge
dall'analisi condotta dai 104 esperti raggruppati dal Crea
Sanità, il Centro per la ricerca economica applicata in sanità.
L'analisi - che non si limita alla valutazione degli aspetti
sanitari ed economici, ma analizza anche quelli sociali e di
equità dell'assistenza - è stata condotta in base a 20
indicatori articolati su cinque punti: equità, appropriatezza,
esiti, innovazione, economico-finanziaria e sociale. Male in
Sardegna, secondo il report, la quota di persone che rinuncia a
farsi curare per problemi economici, distanza e lista d'attesa.
Non bene nemmeno l'indice di implementazione della rete
oncologica.
Tra le note dolenti la voce "speranza di vita senza
limitazioni funzionali sopra i 65 anni". In rosso anche il tasso
di over 75 non autosufficienti in trattamento socio-sanitario
residenziale e il tasso di adesione alla prevenzione. Bene
invece la spesa sanitaria pubblica pro capite rispetto alla
media europea. Sardegna promossa per le prestazioni con priorità
eseguite nei tempi e per la quota di interventi eseguiti con
tecniche micro invasive.
Bene anche il tasso di disabili o anziani che ricevono
assistenza domiciliare integrata con servizi sanitari e il tasso
di persone deboli o a rischio che ricevono interventi per
l'integrazione sociale.
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