I partiti di opposizione in
consiglio regionale si preparano a dare battaglia in Aula sul
disegno di legge della giunta che sospende la realizzazione di
impianti di produzione da energie rinnovabili in Sardegna per 18
mesi. Lo fanno con un consistente pacchetto di una settantina di
emendamenti attraverso i quali puntano a "modificare, arricchire
e tentare di migliorare un provvedimento, che sarà quasi
certamente impugnato dallo Stato", fanno sapere durante una
conferenza stampa convocata prima dell'avvio della seduta di
questa mattina del consiglio che comincerà l'esame della norma,
presentata dall'esecutivo Todde e riscritta con un emendamento
approvato in commissione.
Per i capigruppo di Fdi, Fi, Alleanza Sardegna, Misto,
Sardegna al centro 20Venti "la legge proposta non risolve i
tanti problemi che ci sono, non blocca le procedure in corso e
le autorizzazioni, con tutte le difficoltà per gli uffici
regionali e comunali", riassume il presidente di Fratelli
d'Italia Paolo Truzzu. La speranza, ribadita anche da Franco
Mula (Alleanza Sardegna), è "che ci sia la capacità di cogliere
il dibattito in Aula, di ridare centralità al Consiglio
regionale, che ci sia la disponibilità dei colleghi di ragionare
su cose di buonsenso utili a migliorare il testo", sottolinea
sul rischio di 'blindatura' in Aula della legge da parte della
maggioranza.
Chiusura che se ci fosse aprirebbe ad altre iniziative:
"Forza Italia è pronta ad abbandonare l'Aula se non ci sarà
disponibilità al dialogo", precisa il capogruppo azzurro Angelo
Cocciu. Iniziative da valutare ma la parola d'ordine che emerge
è collaborazione: "Noi siamo pronti alla collaborazione,
vogliamo migliorare questa legge - ribadisce Truzzu -, le prove
muscolari in questo momento non servono a nessuno, invece serve
metterci tutti un po' di fosforo perché forse qualcosa si può
correggere".
Degli emendamenti presentati alcuni riguardano "la sostanza
del provvedimento" e in particolare le deroghe previste: "Non
vogliamo bloccare la legge - chiarisce Fdi -, siamo convinti che
serva una legge, l'avremmo fatta in maniera un po' diversa, cioè
dicendo cosa si può fare e dove si può fare piuttosto che fare
il contrario, e cioè proibire tutto e poi individuare una serie
di deroghe che poi molto spesso non sono chiare e possono anche
far venire dei dubbi".
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