Un duplice anniversario per Maria
Carta, uno dei simboli della Sardegna: 90 anni dalla nascita, 30
dalla sua scomparsa. Bernardo De Muro dà alle stampe "Maria", un
Cantico in versi liberi a lei dedicato. L'opera, 'inno' alla
grande 'voce della Sardegna' sarà presentata, sotto forma di
recital, voce e chitarra, venerdì 5 luglio alle 18,30 al Centro
Culturale di Siligo, paese natale della grande cantautrice,
regina del folk sardo.
La serata si inserisce all'interno delle celebrazioni per la
ricorrenza organizzate dalla fondazione a lei intitolata.
Protagonisti saranno la voce di Bernardo De Muro, narratore,
drammaturgo, docente dell'arte oratoria e alla chitarra la
silighese Caterinangela Fadda, concertista e docente di chitarra
classica e moderna a Barcellona che accompagneràl'autore con
passaggi solistici e 'ricami' in sintonia della voce narrante.
"Prova dopo prova stiamo raggiungendo una buona visione
d'insieme negli equilibri armonici, nei timbri, nel pathos, nel
rapporto verbo/musicale, con significative tracce drammaturgiche
che vanno nella direzione degli equilibri dei piani sonori",
commenta Bernardo De Muro. Già alcuni anni fa, nel suo "Il
Bianco delle Magnolie": frammenti e memorie di Siligo, scrisse
intense parole di commento al "Canto rituale", la raccolta di
poesie che Maria Carta pubblicò negli anni '70 e che
recentemente è stata riproposta in una versione tradotta in
sardo da Clara Farina. "Maria", edito da Paolo Sorba con il
sostegno della Fondazione, mette in luce attraverso un prologo,
un corpus centrale e un epilogo, gli aspetti più significativi
della vita di questa "intrepida donna silighese", col "possente
piglio di guerriera", "intrepida nell'irto cammino" e una "voce
che ammalia e seduce".
De Muro predilige una chiave di suggestione
poetico-drammatico-esistenziale per dar vita a una vera e
propria drammaturgia. "Più che esegesi critica o commento
estetico - scrive De Muro - è stato utile andar "dentro" le
parole e il cuore della poliedrica artista, analizzando e
ordinando da una parte i suoni e gli echi del tempo e
dall'altra, i riflessi plurimi, le cupe ombre che hanno colpito
l'infanzia e l'adolescenza. Ma di Maria, come dei personaggi che
hanno segnato la storia nel tempo, non tutto è stato possibile
narrare; ci sarà sempre qualcosa che si dovrà scoprire, e questo
è compito di storiografi avveduti, sicuri animatori d'una verità
documentale che non va tradita".
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