La procura della Repubblica di
Tempio Pausania ha chiuso le indagini sull'omicidio di Giovanni
Fresi, l'orafo di 58 anni ucciso dal figlio Michele a colpi di
bastone, la notte del 27 dicembre scorso ad Arzachena, in Costa
Smeralda. Il prossimo 29 ottobre, Fresi si presenterà alla prima
udienza dibattimentale del processo per giudizio immediato,
davanti alla Corte d'Assise assieme al suo legale Pierfranco
Tirotto.
Il giovane di 27 anni è imputato per l'omicidio del padre e
per l'aggressione alla fidanzata che si trovava con lui quella
sera di fine dicembre ed è stata picchiata al volto riportando
diverse fratture. La giovane si costituirà parte civile
assistita dall'avvocato Giampaolo Murrighile.
Michele Fresi la notte del 27 dicembre aveva trascorso la
serata in compagnia della fidanzata e aveva fatto uso di
sostanze stupefacenti. A raccontarlo è stato proprio lui subito
dopo essere stato fermato dalle forze dell'ordine perché stava
dando in escandescenza, armato di una mazza, davanti ad un
locale in viale Costa Smeralda, nel centro di Arzachena. A
trovare il corpo senza vita del padre Giovanni, in una via del
centro storico della cittadina furono alcune persone che diedero
l'allarme. Gli investigatori risalirono subito all'autore del
delitto, il figlio Michele: aveva aggredito il padre dopo che
questo era stato chiamato nel cuore della notte per provare a
calmarlo, visto il suo stato di alterazione. Non era la prima
volta che Giovanni Fresi veniva avvisato delle scenate del
figlio, e come le volte precedenti era accorso.
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