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Donna scomparsa a maggio, insulti social ai legali del marito

Donna scomparsa a maggio, insulti social ai legali del marito

Camera penale di Cagliari, 'solidarietà ai colleghi'

CAGLIARI, 17 luglio 2024, 18:13

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Insulti social nei confronti degli avvocati che assistono il marito di Francesca Deidda, Igor Sollai, in carcere a Uta (Cagliari) con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere.
    A rivelare la "ridda di commenti offensivi e minacciosi" contro i legali "in quanto colpevoli di esercitare la loro funzione difensiva utilizzando gli strumenti giuridici previsti dal nostro Ordinamento" è la Camera penale di Cagliari che esprime "piena solidarietà ai colleghi" e si riserva "ogni opportuna iniziativa a tutela della funzione difensiva, non esclusa quella in sede disciplinare".
    "Come al solito purtroppo i commenti più duri si registrano nei confronti della collega, che fa parte del collegio difensivo, colpevole per il tribunale dei social di essere una donna che difende un femminicida, già condannato senza processo - si legge in una nota degli avvocati penalisti -. Tali manifestazioni d'odio nei confronti dell'indagato e dei suoi difensori, peraltro iscritti alla nostra Camera penale, è un sintomo della distorta grammatica utilizzata dai media che alimenta il cortocircuito mediatico-giudiziario. A tal proposito non si può non far riferimento ai recentissimi articoli di stampa che hanno veicolato la notizia della concessione degli arresti domiciliari per il giovane cittadino americano Hjorth, condannato unitamente al suo connazionale per il caso Cerciello.
    Anche qui la carta stampata ha dato il peggio di sé arrivando a commentare l'ordinanza della Corte d'assise d'appello di Roma".
    "Tuttavia il dato più allarmante è costituito dalle condotte provenienti da alcuni rappresentanti dall'avvocatura". Infatti, proprio in relazione al fatto della scomparsa della 42enne di San Sperate, tra i commenti social c'è quello di un avvocato, spiega la Camera penale: "Questo tipo di esternazioni da parte del collega costituisce una inaccettabile violazione deontologica che ci costringe a denunciarne l'accaduto".
   

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