Domani, 18 luglio, l'intero
trasporto pubblico locale si fermerà anche in Sardegna. Il
segretario generale regionale della Filt Cgil Arnaldo Boeddu
sottolinea come "in un momento così delicato per la mobilità
così come per l'economia turistica, malgrado ripetuti tentativi
da parte di tutte le organizzazioni sindacali nel mantenere un
atteggiamento costruttivo al tavolo delle trattative per il
rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro le
associazioni datoriali rispondono da mesi con comportamenti
dilatori e strumentali".
Il numero uno della Cgil Trasporti della Sardegna, sottolinea
l'importanza di un settore strategico che rischia di essere
"totalmente lasciato in balia degli eventi senza che vi sia una
reale programmazione e la garanzia di un servizio pubblico
rispondente alle necessità dei cittadini."
Quello di domani - aggiunge Boeddu - sarà il primo di
numerosi scioperi che seguiranno qualora non arrivino risposte
certe da parte della politica e delle associazioni datoriali. Le
risorse poste in questo settore, comprese quelle della Regione
Sardegna che ha in carico l'intero costo del Tpl isolano, sono
totalmente insufficienti ed inadeguate".
"Il totale abbandono in cui è stato lasciato il settore in
tutti questi ultimi anni è evidente a tutti.
Le enormi responsabilità a cui si aggiungono le infinite
flessibilità, ovvero turni massacranti che vanno anche le oltre
12 ore giornaliere, ed i bassi salari comportano il fatto che
oramai nessuno voglia fare più il mestiere dell'autista di
autobus, treni, e metropolitane. Per questo - chiude il leader
sindacale della Filt Cgil - occorre che prevalga il senso di
responsabilità da parte del governo nazionale e di chi
rappresenta le aziende di trasporto pubblico per evitare
ulteriori disagi ai cittadini ed al Paese".
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