Italia Nostra Sardegna ha
presentato alla Commissione Europea una denuncia contro il
governo italiano sostenendo che Roma ha violato numerose
direttive, regolamenti e la stessa Carta dei diritti
fondamentali dell'Unione europea "a difesa del territorio, del
mare e del paesaggio della Sardegna".
"Il governo infatti, nell'applicazione delle direttive Red
sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili,
oltre a non aver tenuto conto delle politiche relative alla
partecipazione delle persone interessate dai progetti e in
particolare della popolazione locale, favorisce la speculazione
energetica ritardando strumentalmente la pianificazione
territoriale e incentivando l'installazione dei grossi impianti
di produzione a discapito delle comunità energetiche rinnovabili
e degli autoconsumatori - sostiene l'associazione - La stessa
normativa sull'individuazione delle aree idonee non rispetta le
previsioni dalle direttive europee che prevedono in via
prioritaria l'installazione nelle superfici artificiali ed
edificate, nelle infrastrutture di trasporto, nei parcheggi, nei
siti di smaltimento dei rifiuti e in quelli industriali etc…
Mentre i ritardi nell'applicazione della norma (circa 1.000
giorni rispetto ai 180 previsti) stanno consentendo di aggirare
l'obbligo di assoggettare a valutazione ambientale strategica il
piano delle aree idonee".
"Cosí come il cosiddetto Regolamento Tassonomia che dispone
il finanziamento delle sole opere che rispettino il principio di
non arrecare alcun danno significativo all'ambiente, viene
disatteso dal Decreto Draghi che finanzia le infrastrutture per
la metanizzazione della Sardegna. Un'opera finalizzata al
consumo di un combustibile fossile altamente climalterante ed
estremamente dannoso per l'ambiente e la salute - aggiunge
Italia Nostra - Infine la normativa italiana favorisce di fatto
la speculazione nell'ambito delle attività relative
all'insediamento di impianti industriali per la produzione di
energia elettrica da fonte rinnovabile disattendendo
ripetutamente l'art. 41 della Carta dei diritti fondamentali
dell'Ue che prevede il diritto di ogni individuo di essere
ascoltato prima che nei suoi confronti venga adottato un
provvedimento individuale che gli rechi pregiudizio".
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