Fishing for the Planet, il
progetto di ricognizione delle reti da pesca abbandonate nel
Golfo di Cagliari dell'associazione sportiva Asd Blue Life
Scuola Apnea Sardegna, ha fatto tappa a Marina di Capitana.
Lanciato a inizio estate, in collaborazione con i Comuni di
Cagliari e Quartu Sant'Elena, con il sostegno di Fondazione di
Sardegna, oggi sono stati presentati i risultati
dell'iniziativa. Il progetto prevede anche mappatura in itinere
sulle reti da pesca disperse (dette "Ghost") rilevate nei
fondali del Golfo cagliaritano (dal quartiere Sant'Elia a
Cagliari fino alla linea di costa che precede l'Amp Capo
Carbonara). A rimarcare la valenza ambientale, culturale,
economica e sociale di Fishing for the Planet l'assessora Luisa
Giua Marassi: "Si tratta di un'iniziativa molto importante visto
il ruolo essenziale che l'elemento mare rappresenta per
Cagliari. L'ecosistema marino, infatti, costituisce per la città
una delle risorse più strategiche e più necessarie. Di
conseguenza, la sua tutela e la sua valorizzazione rappresentano
una missione prioritaria per l'Amministrazione comunale".
Con lo sguardo rivolto al futuro, Giua Marassi ha concluso:
"Mare significa biodiversità, significa lotta all'inquinamento,
significa responsabilità. Ma significa anche opportunità di
crescita, sia economica che sociale. Soltanto attraverso una
gestione sostenibile del nostro mare possiamo pensare di trarre
beneficio e opportunità anche economica per il nostro territorio
e per le future generazioni".
Nel corso dell'incontro sono state anche consegnate ai Comuni
di Cagliari e Quartu Sant'Elena, alla Saromar Gestioni che
gestisce il porticciolo di Marina di Capitana, le targhe per
l'impegno a rendere il Golfo sempre più libero dalle "reti
fantasma" e più pulito, e attestati gli sportivi. Queste reti,
particolarmente insidiose per flora e fauna marina, sono
problematiche anche per la sicurezza in mare, anche di chi
pratica sport acquatici. Saranno, inoltre, premiati i
"cacciatori" di reti, sportivi e non che si sono distinti nella
segnalazione e/o nella ricerca degli spot, al momento oltre una
dozzina di punti verificati, tra vecchie reti e nasse, alcune
delle quali lunghe anche centinaia di metri. Sino ad ora sono
stati verificati e tracciati 17. Le segnalazioni continueranno
ad essere raccolte nella mappa fino al 30 settembre. "Il
progetto nasce dall'amore e dal rispetto per il mare di tutti
coloro che lo vivono grazie agli sport acquatici: dallo
snorkeling all'apnea, passando per la pesca sportiva - spiega
Simone Mingoia, referente del progetto e presidente della ASD
Blue life Scuola apnea Sardegna - rispettare e tenere il mare
pulito e produttivo è l'unico modo che abbiamo per poterne
godere anche in futuro. Queste reti sono una minaccia".
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