"Entro fine mese porteremo in
Consiglio regionale la legge sulle aree idonee, non idonee,
ordinarie e vincolate per lo sviluppo delle energie rinnovabili.
Entro sei mesi, invece, il nuovo piano energetico e poi la
creazione di una società energetica regionale che rappresenti un
produttore grossista e possa incidere sul prezzo della
bolletta".
Collegata in videoconferenza con i rappresentanti di Camera e
Senato riuniti a palazzo San Macuto, a Roma, per la seduta della
commissione bicamerale sull'Insularità, la governatrice
Alessandra Todde ribadisce la road map sul futuro energetico
della Sardegna e per arginare la speculazione delle
multinazionali di vento e sole. Sul pronunciamento della Corte
costituzionale sulla legge cosiddetta moratoria che sospende per
18 mesi la realizzazione di impianti da energia rinnovabile in
tutta l'Isola, la presidente, rispondendo alle domande di
deputati e senatori, come Dario Giagoni, della Lega, precisa che
si tratta di "una richiesta molto pesante e penalizzante per la
Sardegna. Dal governo ci aspetteremmo senz'altro un
atteggiamento più collaborativo su questi temi".
"La Sardegna - ha proseguito - sta cercando di tutelare il
proprio territorio pianificando la transizione laddove è
possibile, nei territori accettati dalle nostre comunità.
Proprio per questo ho discusso la bozza della nuova legge
regionale con tutti i sindaci e ho svolto questa mattina
l'ultimo incontro nel Sulcis". "A fronte dei 6,2 gigawatt di
energie rinnovabili che, secondo quanto previsto dal Green New
Deal europeo, è chiamata a produrre la Sardegna entro il 2030 -
ha aggiunto la governatrice che si trova ad affrontare le
proteste dei comitati e le perplessità di molti Comuni - nei
mesi scorsi, erano arrivate richieste per 58-60 gigawatt,
quantitativi dieci volte superiori".
"Il vuoto normativo sulle aree idonee, inoltre, ha reso
idonee anche aree che erano tendenzialmente protette. Di qui la
nostra decisione di applicare una sospensiva, fino alla proposta
che porteremo entro fine mese in Consiglio regionale, con
l'obiettivo - ha ribadito Todde - di non promuovere un ulteriore
utilizzo di suolo e dedicare alla produzione delle rinnovabili,
su cui la Sardegna può giocarsi la sua competitività, aree
industriali e già compromesse".
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