Una scritta, in sardo "A fora is
sionistas" (fuori i sionisti). E poi vernice rossa sul cancello
di ingresso e sul portoncino in vetro del museo ebraico di
Cagliari e dell'associazione Chenabura sardos Pro Israele, luogo
di riunione della comunità ebraica locale, in via La Marmora,
quartiere Castello a Cagliari.
Stamattina la scoperta da parte del presidente
dell'associazione Mario Carboni. Gli incontri normalmente si
svolgono ogni venerdì sera e sabato mattina, in qualche
occasione sono allargati ad ebrei che arrivano da altre città
italiane e dall'estero. Ed è un posto anche di preghiera. Ma le
intimidazioni e gli atti di vandalismo sono arrivati proprio in
concomitanza con la Giornata Europea della Cultura Ebraica: oggi
sono in programma sino a stasera diverse iniziative tra
proiezioni, visite guidate e conferenze.
"Un atto di antisemitismo palese - commenta all'ANSA Carboni
- al di là di ogni questione politica e di guerra. Questo è
terrorismo psicologico. E rimane la preoccupazione: perché ora
hanno usato il colorante poi domani chissà, potrebbe essere
l'inizio di qualcosa di più grave e pericoloso anche per
l'incolumità delle persone".
L'associazione si è rivolta alle forze dell'ordine che stanno
analizzando le prime immagini riprese dalle telecamere. "Abbiamo
ricevuto e stiamo continuando a ricevere attestati di
solidarietà - conclude Carboni- anche dagli abitanti del
quartiere. Tutto questo però non ci ferma: il programma delle
iniziative di oggi va avanti. E ci sono già tante persone".
Il museo contiene un centinaio di oggetti che testimoniano la
storia della cultura ebraica: tra gli altri testi antichi e
candelabri.
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