Dopo la scarcerazione
dell'ergastolano Renato Vallanzasca e il trasferimento per il
differimento della pena in una residenza sanitaria per una grave
forma di decadimento cognitivo, Maria Grazia Calligaris
presidente dell'associazione Socialismo diritti e riforme,
prende posizione sulla situazione di Graziano Mesina e sulla
richiesta di scontare la pena agli arresti domiciliari,
presentata dalle sue avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa
Vernier, visto il "decadimento neurocognitivo e
neuropsichiatrico, indice di principio di demenza senile"
dell'ex primula rossa del banditismo sardo.
L'attivista per i diritti dei detenuti invoca il "principio
di territorialità" che consenta a Mesina oggi 84enne - alla
sbarra nel carcere di Opera per una condanna a 24 anni per
associazione a delinquere finalizzata al traffico di
stupefacenti - di espiare la pena agli arresti domiciliari in
Sardegna, nel suo paese accanto ai propri cari.
Una prima istanza al tribunale di sorveglianza di Sassari era stata rigettata dai giudici.
La seconda richiesta è stata presentata
ai giudici del tribunale di sorveglianza di Milano, dove nel
frattempo l'ex latitante di Orgosolo era stato trasferito e il
procedimento è ancora in corso. Nell'aprile 2024 il tribunale ha
incaricato i neurologi Stefano Zago e Lorenzo Russo che
avrebbero già depositato la perizia. Le avvocate di Mesina ora
attendono la decisione dei giudici e dopo il caso Vallanzasca
tornano a sperare.
L'ex bandito era stato trasferito a Milano nel luglio del
2022 dal carcere nuorese di Badu 'e Carros, dove era rinchiuso a
seguito della cattura nel dicembre 2021 dopo un anno e mezzo di
latitanza. Si era dato alla macchia il 2 luglio 2020 poco prima
che i carabinieri bussassero nella sua casa di Orgosolo per
notificargli la sentenza definitiva della Cassazione a 30 anni
di carcere (poi ricalcolati in 24) per associazione a delinquere
finalizzata al traffico di stupefacenti. Nel dicembre del 2021
era stato rintracciato dai carabinieri del Ros e quindi
arrestato in un'abitazione di suoi amici di Desulo.
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