Il rendiconto della Regione
Sardegna per il 2023 è conforme e regolare. È il giudizio emesso
questa mattina dai giudici delle Sezioni riunite della Corte dei
Conti in udienza pubblica, davanti al rappresentante della
giunta regionale di Alessandra Todde, l'assessore del Bilancio,
Giuseppe Meloni e il presidente della commissione Bilancio del
Consiglio regionale, Alessandro Solinas. Gli equilibri di
bilancio sono stati rispettati, ma non sono mancate le
bacchettate e i richiami da parte delle magistrate relatrici
Cristina Ragucci e Lucia Marra e della procuratrice regionale
Maria Elisabetta Locci.
Gli equilibri sono rispettati con la chiusura certificata
dell'esercizio 2023 con un avanzo di amministrazione pari a
circa 3.800 milioni di euro che, al netto delle quote
accantonate, vincolate e destinate, rimane di segno positivo e
si attesta in circa 530 milioni di euro. Positivo anche il fondo
di cassa, pari a circa 3.430 milioni di euro e, ancora, la
gestione di competenza, che presenta un avanzo pari a circa
1.770 milioni di euro. Il Fondo pluriennale vincolato, che ha
subito variazioni più che considerevoli in corso di esercizio,
si attesta in 1.200 milioni di euro circa in entrata, e in 1.080
milioni di euro in parte spesa.
Risultati che, in netto incremento rispetto all'esercizio
2022, "potrebbero a un primo sguardo indurre a una valutazione
positiva sull'efficacia e sul efficienza della gestione", scrive
la procuratrice Locci, ma considerati insieme al "peggioramento
percentuale di riscossioni e pagamenti, conducono a tutt'altra
conclusione". Le troppe risorse in cassa evidenziano anche
quest'anno la scarsa capacità di spesa e di programmazione.
L'elenco delle criticità è lungo e il giudizio pesante: "La
Regione non ha opportunamente investito le risorse a
disposizione e non ha assicurato i correlati servizi -
sottolinea la procuratrice Locci nella sua requisitoria -, ha
mostrato difficoltà importanti nell'attività che regola, a
cascata, tutte le altre, ovvero la programmazione".
E ancora troppe variazioni di bilancio "che hanno in pratica
stravolto gli originari stanziamenti" in corso d'esercizio. Non
solo, per le magistrate contabili, la Regione nel 2023, sotto la
guida del centrodestra di Christian Solinas, non ha portato a
compimento il processo di riorganizzazione, con la
semplificazione di norme e procedure e "ha una pletora di
strutture e organi, scarsamente dialoganti tra loro, con una
ripartizione di competenze 'parcellizzata' o settoriale". È
mancato per Locci, il passaggio "da un approccio settoriale ad
una visione di governo integrata, che parta dalla lettura delle
dinamiche del territorio nella loro complessità e individui
percorsi di sviluppo che tengano conto delle interrelazioni
ambientali, sociali, economiche e istituzionali".
Altra criticità i cambi de vertici amministrativi "con
vacanze in posti strategici che, a loro volta, ritardano il
raggiungimento degli obiettivi stabiliti in sede sovranazionale
e recepiti e fatti propri dalla Regione stessa".
E ancora una volta il rimprovero per il ricorso all'esercizio
provvisorio, ancora una volta, "ipotesi prevista
dall'ordinamento in casi eccezionali che per l'amministrazione
regionale sta diventando la regola".
Sotto la lente delle sezioni riunite in particolare i settori
della sanità, dei trasporti e la gestione dei fondi del Pnrr.
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