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Al Lirico emozioni e pathos per il Requiem tedesco di Brahms

Al Lirico emozioni e pathos per il Requiem tedesco di Brahms

Direttore del coro Andreoli, 'è un'opera ricca di bellezza'

CAGLIARI, 05 ottobre 2024, 10:46

Redazione ANSA

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"Non è famoso come quelli di Mozart o Verdi, ma i fini conoscitori apprezzano e mettono sullo stesso livello il Requiem di Brahms". Così il maestro Giovanni Andreoli, direttore del coro del Teatro Lirico di Cagliari, grande protagonista ieri sera di un applaudito concerto, secondo appuntamento con la stagione.
    Un monumento sinfonico corale le cui sonorità hanno creato emozione e pathos. L'ottima prova della compagine corale ha ammaliato la platea con i toccanti accenti e coloriture di una partitura tanto affascinante quanto poco eseguita. "Una pagina ricercata e di forte impegno esecutivo - dichiara all'ANSA Andreoli - richiede attenzione e concentrazione. Il coro ha lavorato con tanto impegno e passione per prepararsi a questo appuntamento".
    Capolavoro della storia della musica, è stato proposto in una felice esecuzione che ha affascinato accanto al pubblico più colto e raffinato coloro che per la prima volta si sono avvicinati all'opera del grande compositore tedesco. La cantata funebre è stata proposta nella versione "londinese": senza orchestra, con il coro, l'accompagnamento al pianoforte a quattro mani e due voci soliste.
    Applauditi Mayumi Ogawa e Andrea Mudu, il soprano Elena Schirru e il baritono Antonino Giacobbe.
    Non è la prima volta che Giovanni Andreoli affronta il Requiem tedesco di Brahms, non solo nei grandi teatri italiani, uno su tutti La Fenice di Venezia.
    L'ultima esecuzione è stata a Lisbona. "È un'opera ricca di bellezza. Brahms era anche uno straordinario pianista - osserva il maestro - durante gli anni della mia formazione lavoravo sulla sua tecnica, sulle sue partiture".
    Scroscianti applausi hanno chiuso la serata. "Il pubblico durante i concerti con quello che ci restituisce, ha un ruolo importante - conclude Andreoli - è fondamentale la curiosità di mettersi all'ascolto anche di opere rare, per coglierne tutta la bellezza".
   

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