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Bruciò vivo il vicino di casa, per le parti civili fu un agguato

Bruciò vivo il vicino di casa, per le parti civili fu un agguato

Ultime battute del processo in Corte d'assise a Sassari

SASSARI, 15 ottobre 2024, 19:37

Redazione ANSA

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"L'omicidio fu un vero e proprio agguato". Non ha dubbi Giampaolo Murrighile, avvocato di parte civile nel processo in corso in Corte d'assise a Sassari, contro Davide Iannelli, il 49enne accusato di aver ucciso il suo vicino di casa, Toni Cozzolino, 49 anni, bruciato vivo per strada a Olbia l'11 marzo 2022 e morto in ospedale dopo dieci giorni di agonia.
    Durante le sue conclusioni esposte oggi davanti alla Corte presieduta dal giudice Massimo Zaniboni, il legale, insieme ai suoi colleghi Antonio Fois e Massimo Perra, ha sollecitato la giuria a condannare l'imputato all'ergastolo - stessa pena chiesta nella scorsa udienza dal procuratore di Tempio Gregorio Capasso -, e a riconoscere l'aggravante della premeditazione oltre a quella della crudeltà.
    "Quella mattina - ha sottolineato Murrighile - Iannelli aveva programmato e organizzato l'omicidio di Cozzolino, lo ha aspettato e gli ha teso un agguato, per ucciderlo".
    Nell'esposizione delle loro tesi gli avvocati di parte civile si sono soffermati sulla descrizione dei due video agli atti, in cui è ripresa la scena dell'aggressione. Descrizioni contestate dagli avvocati della difesa, Cristina Cherchi e Abele Cherchi, che hanno chiesto per la prossima udienza del 22 ottobre, quando la parola passerà a loro, di poter ritrasmettere in aula quelle immagini, e anche di riascoltare la telefonata che la sera prima dell'omicidio Iannelli fece al 113.
   

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