Circa duecento persone si sono
riversate per le strade di Cagliari per contestare la parte del
Ddl sicurezza che riguarda le proteste e le manifestazioni di
piazza. Cartelli e striscioni per la libertà di parola e di
corteo. Ma anche bandiere e cori per la Palestina con un
manifestante che ha marciato mostrando un cartello con la foto
di Yahya Ibrahim Hassan Sinwar, il capo di Hamas ucciso tre
giorni fa nel corso di un bombardamento israeliano.
È la prima manifestazione di piazza dopo le tensioni del
corteo negato lo scorso 5 ottobre sempre nel capoluogo sardo: i
partecipanti erano riusciti comunque a sfilare nonostante il
divieto imposto dalla Questura contro il quale la rete
studentesca ha depositato un ricorso al prefetto.
Nessuno stop invece alla marcia di oggi partita regolarmente
intorno alle 17 da via Sant'Alenixedda, accanto al Teatro
Lirico. In testa al corteo un gruppo di giovani con uno
striscione nelle mani. Il messaggio: "La vostra repressione non
ci fermerà, gherraus impari" (combattiamo insieme, in lingua
sarda). Il primo coro ha fatto riferimento proprio alle tensioni
di due settimane fa: "Il 5 ottobre ce lo ha insegnato, forzare
un blocco non è reato".
La manifestazione è promossa dall'Assemblea sarda contro il
Ddl 1660. "Con questa 'legge-manganello' il governo Meloni vuole
'regolare i conti' con tutte le realtà ed esperienze di lotta in
corso - si legge in un comunicato - e creare gli strumenti
giuridici necessari per stroncare sul nascere i futuri,
inevitabili conflitti sociali. La volontà di guerra sul fronte
esterno richiede sul fronte interno un contesto sociale
pacificato, e a questo 'lavorano 'tutti gli apparati dello
stato". Il corteo ha sfilato per le strade del centro. Meta
finale piazza Yenne.
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