Graziano Milia, sindaco di Quartu
Sant'Elena, è il nuovo presidente Ali Sardegna. A eleggerlo
all'unanimità durante il congresso regionale delle Autonomie
Locali Italiane una platea di sindaci a Cagliari, amministratori
comunali e regionali e rappresentanti delle associazioni di
Comune.
L'assemblea congressuale è stata presieduta da Andrea Soddu,
ex sindaco di Nuoro e presidente uscente di Ali Sardegna. Sono
intervenuti: Valerio Lucciarini De Vincenzi, segretario generale
Ali, Massimo Zedda, sindaco di Cagliari, Efisio De Muru,
vicepresidente nazionale Aiccre, Rodolfo Cancedda, presidente
Asel, Daniela Falconi,presidente Anci Sardegna,Alessandro
Broccatelli, presidente Leganet, Giuseppe Meloni, vicepresidente
della Regione e Piero Comandini, presidente del Consiglio
regionale.
"Non viviamo anni facili. Non lo sono per tutto l'Occidente,
per l'Italia e per la Sardegna, ma non possiamo attribuire, come
spesso accade, tutte le responsabilità agli altri - ha detto
Milia - Dobbiamo invece esercitare una funzione coraggiosa e
ambiziosa. Il rafforzamento del sistema delle autonomie locali e
il rafforzamento dei poteri locali è uno degli strumenti
fondamentali per uscire da questo momento di grande crisi".
"Oggi stiamo assistendo nel mondo al ripetersi di catastrofi
naturali. Combattere i mutamenti climatici è un imperativo anche
per noi e domani dovrà diventarlo sempre di più. È fondamentale,
anche perché è quello che i giovani ci stanno chiedendo. Ognuno
deve assumersi la responsabilità di una battaglia che è globale
e che deve vedere anche noi protagonisti" ha spiegato ancora
Milia.
Entrando poi nello specifico delle questioni isolane, si è
soffermato sul problema dello spopolamento, che "interessa in
particolare alcune aree dell'Isola, ma non esclusivamente: tutti
i Comuni sono interessati, anche quelli maggiori. Occorre
ricostruire i ruoli degli enti locali, occorrono funzioni
diverse che non possono essere più le stesse del passato. È il
modello di sviluppo che determina poi una serie di dinamiche e
le sfide vanno colte e utilizzate. Il sistema isolano è troppo
rassegnato e invece vorrei vederlo più ambizioso - ha osservato
- Perché l'identità non è solamente quello che si è stati e
quello che si è, l'identità è quello che si vuole diventare e
dove vogliamo arrivare".
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