"Avremmo potuto fare qualcosa per
evitare quegli accadimenti?". Se l'è chiesto don Gianni Sini,
sacerdote della chiesa Le Salette a Olbia, che insieme a don
Andrea Rafatellu ha celebrato la cerimonia di commemorazione
delle vittime dell'alluvione del 2013. In quel 18 novembre di 11
anni fa dal cielo venne giù una quantità d'acqua mai vista
prima: la furia del ciclone Cleopatra si accanì su Olbia
trasformando le strade in veri e propri fiumi; torrenti e canali
esondati, le case invase da fango e detriti. L'alluvione si
portò via nove vite, tra cui quelle di due bambini. L'elenco dei
loro nomi è stato letto dal palco allestito nel lungomare
Escrivà, di fronte all'imponente monumento dello scultore Nicola
Filia, composto da nove monoliti di granito. "Perché non venga
meno la memoria, voglio ricordarli uno ad uno - ha detto don
Sini - Sebastiana Brundu, Bruno Fiore, Maria Loriga, Patrizia
Corona e Morgana Giagoni sua figlia, Maria Massa, Enrico
Mazzoccu e suo figlio Francesco Mazzoccu e Anna Ragnedda".
Chi non può dimenticare quanto accaduto e vive da undici anni
nel dolore è Carla Baffi (nel 2013 era Enzo Giagoni, poliziotto
romano di 58 anni e padre di Morgana, compagno di Patrizia
Corona) sopravvissuta all'alluvione e rimasta senza la figlia e
la compagna. Sta in disparte, lo sguardo a tratti perso oltre i
blocchi di granito a ridosso del golfo cittadino. È un dolore
composto il suo, quello di chi continua a chiedersi perché in
quella macchina trascinata via dall'acqua fuoriuscita del canale
di via Cina, non ci fosse lei, invece che le sue due donne.
"Queste cerimonie sono belle e importanti, ma io vivo ogni
giorno nel ricordo e convivo con il dolore - ha detto all'ANSA -
Da 11 anni con la mente sono dentro quell'automobile, anche
adesso sono lì. E il mio essere cambiata, il mio non essere più
Enzo, non ha modificato nulla".
"A noi amministratori spetta il dovere di lavorare per
mettere in sicurezza la nostra popolazione e la città - ha
affermato il sindaco Settimo Nizzi -. Ma è anche vero che con
tutto quello che faremo non riusciremo a ridare alle famiglie
che hanno perso i loro cari la serenità e la gioia. Abbiamo
l'approvazione della variante al piano idrogeologico che
speriamo venga data già dalla prossima settimana. Oggi Olbia è
un'altra città, che vede un futuro roseo dal punto di vista
ambientale, ma le pietre di questo monumento sono per noi un
monito per far sì che le cose vadano nella direzione della
salvaguardia ambientale", ha concluso Nizzi.
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