"Giocavo con grande serietà, a un
certo punto qualcuno i miei giochi li ha chiamati arte". Con
questa frase, ripetuta a chi le stava vicino, Maria Lai, la
grande artista di Ulassai morta nel 2013, ha desiderato che
l'arte del gioco nutrisse gli abitanti del suo paese. E proprio
su questa forma artistica sabato 23 novembre alle 11 verrà
inaugurata una mostra nel museo CaMuc - nella storica casa al
centro del paese che Maria Lai aveva idealmente eletto a museo -
dal titolo "Il gioco dell'arte", che rimarrà in esposizione fino
al 28 febbraio 2025.
La mostra, voluta dall'amministrazione comunale di Ulassai e
ideata dal comitato scientifico presieduto da Gianni Murtas, è
un approfondimento che riflette su temi ed esiti artistici
firmati da alcuni degli autori presenti nel progetto di Biennale
d'arte contemporanea, iniziato con una prima esposizione lo
scorso giugno e terminata ai primi di ottobre.
La Biennale è nata per segnare un passaggio evolutivo
auspicato con la Stazione dell'arte, proprio da Maria Lai, che
sognava un museo nel cuore del paese, un incubatore dell'arte
più disciplinata e seria che il genere umano abbia creato: il
gioco. "Per essere bravi nel gioco, come nell'arte, ci vuole
allenamento e bisogna capirne il lingiaggio" sosteneva.
Ulassai oggi si candida a divenire un punto di riferimento
per le arti contemporanee, non solo per la Sardegna. "Appena
conclusa la prima Biennale d'arte contemporanea abbiamo
immaginato di avviare un percorso di approfondimento sulle
ricerche che molti visitatori hanno avuto modo di conoscere e
abbiamo pensato in particolare ad artisti che hanno operato a
lungo fuori dall'isola - spiega Gianni Murtas, direttore
artistico della Biennale -. Ne abbiamo scelto sei che hanno
operato soprattutto a Milano e che pur con inevitabili
differenze di linguaggi e di poetica sono uniti da elementi
importanti, essendo pittori con una impronta prevalentemente
figurativa, che si presenta con uno strano incrocio di stilemi e
si muove molto liberamente tra le radici moderne e quelle
postmoderne dell'arte di oggi".
Il progetto artistico segue il filo di tessitrici e tessitori
figli per elezione o scelta, non solo artistica di Maria Lai,
che la omaggiano con nodi che legano e che permettono di
risalire le vertiginose vette dei tacchi d'Ogliastra che
guardano lontano. Un progetto rispettoso dell'importante eredità
di Maria Lai che l'amministrazione comunale di Ulassai e la
Stazione dell'Arte, vogliono concretizzare in azioni culturali
di cui la Biennale e i suoi approfondimenti sono un esempio.
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