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Copagri, 'non si tocchi il disciplinare del Pecorino Romano'

Copagri, 'non si tocchi il disciplinare del Pecorino Romano'

Patteri, 'solo razze autoctone per connubio prodotto-territorio'

CAGLIARI, 02 dicembre 2024, 17:02

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Alla vigilia dell'assemblea dei soci del Consorzio per la Tutela del Formaggio Pecorino Romano, ribadiamo la nostra ferma contrarietà a ulteriori modifiche del disciplinare di produzione, con particolare riferimento alla possibilità di introdurre razze differenti da quelle autoctone, presenti da sempre negli areali di riferimento della Dop". Lo rimarca il presidente della Copagri Sardegna Giuseppe Patteri, ricordando che la Federazione aveva già manifestato il proprio dissenso nei confronti di iniziative analoghe, non da ultimo con una nota indirizzata al ministero dell'Agricoltura all'inizio del 2022.
    "Facciamo pertanto appello a tutti i soci del Consorzio, ovvero i trasformatori dell'industria privata e delle cooperative lattiero-casearie, affinché si adoperino per scongiurare il rischio che all'interno del disciplinare vengano ammesse razze diverse dalla Sarda, dalla Nera di Arbus o dalle altre attualmente presenti negli areali produttivi del Lazio e della Toscana, ovvero le razze Vissana, Sopravissana, Comisana, Massese e dell'Amiata", prosegue il presidente della Copagri Sardegna.
    "E' fatto noto - prosegue Patteri - che il consumatore apprezzi maggiormente le produzioni legate al territorio, riconoscendo più valore ai formaggi ottenuti attraverso il pascolamento naturale, più rispettoso dell'ambiente e con evidenti risvolti sulla qualità del prodotto, rispetto a quelli derivanti dall'allevamento intensivo, in cui spesso sono presenti razze estranee all'areale di produzione del Pecorino Romano".
    "La validità di un Consorzio di tutela - aggiunge il direttore regionale della Copagri Mario Putzolu - prende forza dal riconoscimento delle peculiarità produttive che esaltano il connubio tra il territorio e la storia, che diventa tradizione culturale; proprio questi elementi fondanti fanno delle produzioni locali un tratto distintivo dell'agroalimentare italiano nel mondo, aldilà di qualsiasi tentativo di massificazione o di goffa imitazione".
   

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