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'E' in carcere ma dovrebbe stare in ospedale', appello familiari

'E' in carcere ma dovrebbe stare in ospedale', appello familiari

Attesa decisione magistrato. La sorella annuncia sciopero fame

CAGLIARI, 05 dicembre 2024, 16:50

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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E' stato rinchiuso nella colonia penale di Isili perché giudicato pericoloso a causa dei suoi problemi psichici, ma dalla struttura è uscito solo per finire prima su un letto d'ospedale a seguito, secondo i familiari, di una aggressione e poi in una cella in carcere. E' la storia di Alessandro Atzeni, 49 anni attualmente richiuso nel penitenziario di Uta. La sorella si è rivolta a un legale, all'avvocata Armida Decina, per chiedere che venga fatta piena luce su cosa sia accaduto al fratello e chiedere che venga spostato al più presto in una struttura riabilitativa idonea alle sue condizioni di salute..
    Atzeni sarebbe stato vittima di un incidente o - racconta in una lettera la sorella Arianna - una aggressione all'interno della colonia penale di Isili il 4 luglio scorso. "Alla dimissione ospedaliera i medici hanno prescritto un ricovero per riabilitazione neuromotoria a regime intensivo - scrive la sorella - Tuttavia, anziché essere trasferito in una struttura riabilitativa specializzata, mio fratello è stato condotto presso l'infermeria di un carcere, una struttura inadeguata a fornire le cure richieste per il suo recupero. A causa del trauma subito, mio fratello è ora affetto da emiparesi che gli impedisce di camminare".
    Contemporaneamente è stata presentata una denuncia per quanto accaduto nella colonia penale di Isili: secondo la versione fornita dalla struttura detentiva il detenuto si sarebbe ferito cadendo, secondo i familiari invece sarebbe stato aggredito.
    "L'inchiesta è ancora in corso - conferma all'ANSA l'avvocata Armida Decina - abbiamo presentato una istanza urgente al magistrato di sorveglianza affinché Alessandro venga trasferito in una struttura idonea, visto che le sue condizioni di salute sono incompatibili con la detenzione a Uta". Ma al momento non è arrivata alcuna disposta. La sorella è pronta a dare battaglia: "Per richiamare l'attenzione su questa grave violazione dei diritti di mio fratello, annuncio che, a partire da oggi, inizierò uno sciopero della fame e della sete. Questa decisione estrema è un appello alle istituzioni competenti affinché intervengano tempestivamente per garantire il rispetto dei suoi diritti e la tutela della sua salute".
   

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