Niente sentenza oggi al processo
con rito abbreviato in Tribunale a Sassari, per la morte di
Antonio Masia, l'operaio di 53 anni trovato senza vita il 25
luglio 2022 all'interno dell'impianto di smaltimento rifiuti
della Gesam, nella zona industriale di Truncu Reale, a Sassari.
A giudizio c'è un collega della vittima, il 50enne Fabiano Mario
Saba.
Il gup Sergio De Luca ha aggiornato l'udienza al 5 febbraio
per sentire in aula due testi: Giovanni Battista Loi, un altro
collega di Masia, l'ultimo ad averlo visto in vita, e Francesco
Serra, il medico legale che svolse l'autopsia sul corpo della
vittima. Il giudice aveva previsto per oggi le repliche e la
sentenza, ma ha deciso per riaprire la fase dibattimentale con
l'audizione di altri due testimoni. La pm Maria Paola Asara
aveva sollecitato l'assoluzione con formula dubitativa, perché
le prove raccolte non sarebbero sufficienti per chiedere la
condanna di Saba per omicidio colposo. Stessa conclusione per il
difensore dell'imputato, avvocato Luca Sciaccaluga, mentre le
parti civili si erano opposte con i legali Francesca Fiori e
Daniele Alicicco.
Antonio Masia fu trovato morto nel capannone della Gesam, in
un punto nascosto, la sera del 25 luglio 2022, dopo l'allarme di
scomparsa lanciato dalla famiglia. Inizialmente si pensò a un
malore, ma la Procura aprì un'inchiesta e l'autopsia rivelò che
l'operaio fu ucciso dall'impatto con un macchinario. Un paio di
settimane dopo l'incidente, un incendio doloso aveva distrutto
completamente il capannone.
Nell'aprile scorso, a conclusione delle indagini, la pm aveva
chiesto l'archiviazione per Saba e per un secondo operaio
indagato, Luri Arben. Il gup aveva accolto la richiesta solo per
quest'ultimo, disponendo invece l'imputazione coatta per il
primo.
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