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Morì in impianto rifiuti a Sassari, sentenza slitta a febbraio

Morì in impianto rifiuti a Sassari, sentenza slitta a febbraio

Il gup riapre il dibattimento per sentire altri due testimoni

SASSARI, 18 dicembre 2024, 17:50

Redazione ANSA

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Niente sentenza oggi al processo con rito abbreviato in Tribunale a Sassari, per la morte di Antonio Masia, l'operaio di 53 anni trovato senza vita il 25 luglio 2022 all'interno dell'impianto di smaltimento rifiuti della Gesam, nella zona industriale di Truncu Reale, a Sassari.
    A giudizio c'è un collega della vittima, il 50enne Fabiano Mario Saba.
    Il gup Sergio De Luca ha aggiornato l'udienza al 5 febbraio per sentire in aula due testi: Giovanni Battista Loi, un altro collega di Masia, l'ultimo ad averlo visto in vita, e Francesco Serra, il medico legale che svolse l'autopsia sul corpo della vittima. Il giudice aveva previsto per oggi le repliche e la sentenza, ma ha deciso per riaprire la fase dibattimentale con l'audizione di altri due testimoni. La pm Maria Paola Asara aveva sollecitato l'assoluzione con formula dubitativa, perché le prove raccolte non sarebbero sufficienti per chiedere la condanna di Saba per omicidio colposo. Stessa conclusione per il difensore dell'imputato, avvocato Luca Sciaccaluga, mentre le parti civili si erano opposte con i legali Francesca Fiori e Daniele Alicicco.
    Antonio Masia fu trovato morto nel capannone della Gesam, in un punto nascosto, la sera del 25 luglio 2022, dopo l'allarme di scomparsa lanciato dalla famiglia. Inizialmente si pensò a un malore, ma la Procura aprì un'inchiesta e l'autopsia rivelò che l'operaio fu ucciso dall'impatto con un macchinario. Un paio di settimane dopo l'incidente, un incendio doloso aveva distrutto completamente il capannone.
    Nell'aprile scorso, a conclusione delle indagini, la pm aveva chiesto l'archiviazione per Saba e per un secondo operaio indagato, Luri Arben. Il gup aveva accolto la richiesta solo per quest'ultimo, disponendo invece l'imputazione coatta per il primo.
   

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