Anche quest'anno il rapporto Pendolaria di Legambiente sul trasporto pubblico regionale, fotografa la "sconsolante situazione dei trasporti su ferro in Sardegna". Nell'Isola coesistono due reti ferroviarie non interconnesse tra loro, ancora non elettrificate e per la quasi totalità a binario unico e la Sardegna è una delle due regioni italiane nelle quali le merci viaggiano solo su gomma. Eppure il settore dei trasporti è responsabile di circa un terzo delle emissioni di CO2 nel nostro Paese - osserva Legambiente - secondo solo al settore dell'energia e le sue emissioni continuano ad aumentare.
Per raggiungere la decarbonizzazione del settore, cruciale per la lotta ai cambiamenti climatici cui la nostra regione è particolarmente vulnerabile, le ferrovie dovranno svolgere un ruolo fondamentale essendo di gran lunga la modalità di trasporto meno inquinante. Inoltre i trasporti giocano un ruolo fondamentale nel contrasto allo spopolamento delle aree interne; infatti, i dati Istat pubblicati nel luglio 2024 dimostrano un preciso rapporto tra il tempo necessario a raggiungere i luoghi dei servizi essenziali e il tasso di spopolamento. Nei comuni nei quali questo tempo supera i 67 minuti (classificati nel rapporto come ultra-periferici) il tasso di spopolamento sfiora l'8%, mentre si dimezza se i servizi si possono raggiungere in 20 minuti (comuni classificati come "intermedi").
"Realizzare un sistema di trasporti su ferro sostenibile ed efficiente - dichiara Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna - è fondamentale per dare una risposta a due dei principali problemi della regione, la crisi climatica e lo spopolamento. Dobbiamo elettrificare tutta la rete, aumentare le velocità di percorrenza, interconnetterla portandola a scartamento ordinario, e raddoppiare i binari almeno lungo la dorsale principale". Secondo l'associazione vanno nella direzione giusta "l'avvio dell'elettrificazione della tratta Cagliari-Oristano, così come i lavori per la velocizzazione della tratta San Gavino-Sassari-Olbia e l'affidamento della variante di Bauladu".
Mentre la scelta di investire centinaia di milioni di euro nell'idrogeno (140 mln per il progetto Alghero-Aeroporto, 75 per produrre Idrogeno, 115 mln per otto treni a idrogeno) "oltre a un danno è una beffa. Spendere 330 milioni di euro con il solo effetto di cambiare il materiale rotabile quando le linee sono inadeguate non comporta un reale miglioramento del servizio e allontana sempre più la prospettiva di arrivare ad una sola rete interconnessa, che sarebbe un fattore cruciale di sviluppo per la Sardegna".
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