Cenone di fine anno con un occhio alla cucina tipica locale, al bilancio familiare, senza trascurare le sfiziosità. Dalle stime dell'Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna sui consumi di dicembre, la spesa dei sardi per alimentari e bevande è di 501 milioni di euro, con un aumento di 37 mln. La tendenza, invariata, è la cena in casa tra amici e familiari, in ristorante, trattoria, locali, o agriturismo, per gustare piatti tipici creati dagli agrichef.
Secondo Coldiretti negli agriturismi, come anche nelle tavole dei sardi, "nelle scelte dei menu vince ancora una volta la tradizione. Non mancherà agnello Igp, maialetto, paste fresche, dolci tipici, regina la seada che supera in certi casi anche il panettone. Largo ai prodotti delle campagne sarde, come carciofi, funghi, agrumi e mele, come sempre i formaggi e i salumi artigianali. Il pane artigianale completa il carrello della spesa".
Ma prende piede la formula del delivery, ovvero ordinare un cenone tutto servito dall'antipasto al dolce, per portare a tavola in casa ghiottonerie e sfiziosità. "Le ordinazioni stanno andando bene - sottolinea Francesco Zucca, chef del bistrot 100 di Cagliari - vanno per la maggiore risotto al tartufo, paccheri all'astice, brasato di manzo, ma anche un evergreen come l'insalata russa".
Se la cena da asporto è una delle tendenze in crescita, la notte di San Silvestro, oltre ai piatti benaugurali lenticchie, melagrane in primis "la riscoperta di piatti di un tempo, con qualche rivisitazione e diversi tempi di cottura più adatti alla contemporaneità, continuano a deliziare la tavola - racconta Vitalia Scano, chef patron del ristorante Sandalia di Roma - la notte del 31 propongo sempre il baccalà come piatto della tradizione".
Tonina Biscu, cuoca de Sa Horte e su poeta di Oliena preparerà su pratu de cassa, un piatto a base di cacciagione, patate di Oliena, insaporito da 10 erbe aromatiche della montagna.
"A casa dei miei genitori la tradizione della cena di San Silvestro era legata a un piatto della memoria, cavolo cappuccio stufato con vino, olive e impreziosito da salsiccia secca a tocchetti - racconta Domenico Sanna, di Villamar, esperto di enogastronomia - quest'anno a Capodanno vogliamo riproporre questo piatto di antica memoria e che racconta il territorio".
Da Arieddas a Sanluri "utilizziamo le fave, ingrediente simbolo della zona, in una versione inedita servita assieme agli antipasti - spiega lo chef Francesco Vitale - un bombolone ripieno di crema di fave e liquirizia".
Dulcis in fundo tra antico e moderno. Cristiano Andreini del Refettorio di Alghero punta sulla "Torta de menjar blanc con agrumi e gelato alla lavanda" e le squisite "Tabaccheras", ripiene di menjar blanc. Nicolò Vellino, pastry chef di Dolci sfizi di Macomer propone "Malvasia, cotogna e carasau", un dolce cremoso con buccia d'arancia di Milis e alloro, gelato zabaione di Malvasia di Bosa con carasau caramellato e gel di mela cotogna. Per un "delizioso" fine anno.
A Cagliari i ristoranti sono sold out. Solo in pochi hanno scelto di tenere le serrande abbassate nell'ultimo giorno dell'anno. I ristoratori propongono menù con prezzi che partono dai 50 euro e arrivano fino a 120 euro. "In linea con ciò che avviene nel resto d'Italia la notte di San Silvestro conferma il ruolo dei ristoranti come luoghi privilegiati per celebrare l'arrivo del nuovo anno - spiega Emanuele Frongia, presidente della Fipe Confcommercio Sud Sardegna -. La spesa media è di circa 90 euro per il solo cenone, l'offerta del 76,9% dei ristoranti, e 125 euro per la formula cenone con veglione, musica e spettacoli che i clienti troveranno nel restante 23,1% dei locali.
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