La forma è sostanza? Di norma è così in materia elettorale ma la questione appare troppo complicata per poterla circoscrivere in un sì o un no.
Per questo la partita sembra ancora tutta da giocare nel caso dell'ordinanza-ingiunzione del collegio elettorale della Corte d'appello di Cagliari che chiede al Consiglio regionale della Sardegna l'adozione del provvedimento di decadenza della governatrice 5 stelle Alessandra Todde. Sia sul piano giuridico che su quello politico. La presidente sfoderando un sorriso sicuro di sé, lo dice a chiare lettere: "Vado avanti perché sono legittimata a farlo".
Anche perché "non ci sono atti definitivi", visto che il Consiglio regionale, con la Giunta per le elezioni prima e l'Aula poi, farà il suo percorso che probabilmente non sarà breve. Il provvedimento che contesta sette criticità formali della rendicontazione delle spese elettorali nella campagna per il voto alle Regionali di febbraio 2024 è un unicum in ambito nazionale e probabilmente occorreranno pareri legali e integrazioni per capire come muoversi.
La presidente Todde e i suoi legali hanno già annunciato battaglia a carte bollate: bisognerà capire se saranno presentati uno o più ricorsi al Tribunale ordinario o al Tar. O a entrambi, sicuramente con richiesta di sospensiva degli effetti dell'ordinanza, che quindi non sarebbe immediatamente applicabile. La maggioranza del campo largo, riunita questa mattina d'urgenza con la governatrice, fa quadrato attorno a Todde. Da Roma arriva il sostegno dei leader nazionale del M5s e del Pd.
"Ho sentito Conte e Schlein - dichiara la diretta interessata - Chiaramente ho il supporto della mia forza politica e di tutte le forze politiche della mia maggioranza che stanno lavorando per sostenermi". Nel doppio binario indicato dalla presidente, per l'Aula di via Roma attendere l'esito dei ricorsi appare quasi scontato. Anche perché gli stessi effetti dell'ordinanza sarebbero devastanti e irreversibili: decadenza della governatrice, scioglimento del Consiglio e nuove elezioni. Come sollecitano già alcuni esponenti del centrodestra. Il segretario regionale di Fi e deputato Pietro Pittalis, che aveva richiesto l'accesso agli atti sulle rendicontazione delle spese elettorali della candidata Todde, oggi chiede un passo indietro alla governatrice "per ridare la parola ai sardi". Un'avvisaglia, forse, di una campagna elettorale già dietro l'angolo mentre Todde e il campo largo hanno davanti due sfide importanti: la riforma della sanità e la legge finanziaria 2025. Nel frattempo avvocati e giuristi studiano le carte per stabilire come procedere.
"Mi pare una situazione abbastanza assurda, perché non c'è nessuna irregolarità sostanziale, ma ci sono delle irregolarità formali che possono determinare sanzioni pecuniarie, ma non certo la decadenza - spiega l'avvocato Benedetto Ballero, legale della presidente Todde - Il provvedimento appare forzato e anche un'invasione del risultato elettorale, perché non si può determinare una decadenza per un brufolino". Per il giurista Andrea Pubusa, ordinario di diritto amministrativo alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Cagliari, il Consiglio regionale potrebbe decidere di non adeguarsi all'ordinanza e in questo caso, spiega riassumendo l'iter procedurale, "sarà il governo a stabilirlo e, di conseguenza, a chiedere al presidente della Repubblica lo scioglimento. Solo il capo dello Stato può, secondo lo Statuto sardo, provvedere allo scioglimento dell'Assemblea sarda. Ci vuole anche una delibera della Commissione parlamentare per le questioni regionali. Analoga procedura - precisa - occorre per rimuovere il presidente della Regione". Insomma per dichiarare la decadenza di Todde i tempi si annunciano lunghi. Nel frattempo tutti gli atti dell'ordinanza-ingiunzione sono stati inviati non solo agli interessati - alla presidente Todde è stata tra l'altro comunicata una sanzione amministrativa di 40mila euro - ma anche alla Procura della Repubblica presso il tribunale di Cagliari.
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