Il macigno politico pesa, ma la presidente Alessandra Todde va avanti per la strada già tracciata: "Lavorare sereni" in attesa dell'iter giuridico. Al rientro dalle feste le porte del palazzo di via Roma a Cagliari, sede del Consiglio regionale, si riaprono su due fronti. Da un lato quello del caso decadenza, con il presidente dell'Assemblea che ha trasmesso gli atti alla Giunta per le elezioni, che avrà 90 giorni di tempo per avviare un'istruttoria e riferire all'Aula. Dall'altro la maggioranza del campo largo tira dritta sugli impegni istituzionali e riavvia i lavori delle commissioni.
Faro puntato sulla sanità, tema stabilito come prioritario dai capigruppo nel vertice di fine anno, lasciando indietro anche la Manovra (la Regione è in esercizio provvisorio fino al 31 gennaio). Domani la Sesta commissione, guidata dalla dem Carla Fundoni, sentirà in audizione l'assessore della Sanità Armando Bartolazzi e comincerà il ciclo di audizioni sul dl 40 di riorganizzazione del sistema sanitario, che contiene anche la previsione del commissariamento dei vertici delle aziende sanitarie. Al lavoro giovedì 9 anche la Quarta commissione (Governo del territorio), presieduta dai pentastellati con Roberto Li Gioi.
Nel frattempo a palazzo proseguono ancora incontri informali e circolano pareri giuridici sulle prossime mosse, tra chi pensa sia meglio che il Consiglio regionale lasci fare ai magistrati che saranno investiti dei ricorsi prima di pronunciarsi, e chi invece ritiene che si debba votare la questione presto in Aula. Ma i legali della presidente Todde sembrano intenzionati ad aspettare la pronuncia parlamentare per presentare ricorso con probabile richiesta di sospensiva urgente.
A palazzo il clima è teso e tra fake news che circolano nelle chat e dichiarazioni più o meno personali di esponenti della maggioranza, il gruppo consiliare del Pd, questa mattina, ha voluto precisare in una nota che gli unici a cui è affidata "ogni comunicazione ufficiale" del partito sono il segretario regionale e presidente del Consiglio, il capogruppo e il vicepresidente della Giunta". E se dai Dem è ribadito l'appoggio alla leader della coalizione - "siamo certi della trasparenza e correttezza del suo operato", scrivono -, per i Progressisti "non esiste comportamento doloso, non c'è condotta fraudolenta e non c'è niente che, dal punto di vista politico, possa essere rilevante", dichiara il capogruppo Francesco Agus sottolineando che "l'Assemblea non può essere azzerata, come un cda qualsiasi, in virtù di un semplice vizio amministrativo".
Dall'altra parte l'opposizione va all'attacco, con la generale opinione di "sciatteria istituzionale" e con richieste di passi indietro. A chiedere le dimissioni della presidente è Fdi, con il capogruppo Paolo Truzzu, convinto che si debba approvare una Finanziaria tecnica e poi andare subito al voto. Dimissioni chieste anche da Forza Italia con il coordinatore regionale e deputato Pietro Pittalis. Posizione diversa, però, dal collega sardo, deputato ed ex governatore Ugo Cappellacci, che ha precisato di non aver chiesto un passo indietro: "sono garantista".
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