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Lingua blu: Confagricoltura incalza Regione per campagna vaccini

Lingua blu: Confagricoltura incalza Regione per campagna vaccini

Taras, 'urgente un incontro per profilassi in tempo'

CAGLIARI, 08 gennaio 2025, 17:38

Redazione ANSA

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Confagricoltura torna in pressing sulla Regione per capire a che punto è la programmazione della campagna di vaccinazione 2025 contro la lingua blu, la febbre catarrale degli ovini che dal 2000 contagia le greggi di buona parte della Sardegna causando ogni anno perdite per diversi milioni di euro al sistema zootecnico. Il presidente dell'associazione di categoria, Stefano Taras, chiama in causa gli assessorati dell'Agricoltura e della Sanità sollecitando un incontro urgente, l'ultimo risale alla metà dello scorso settembre, quando l'epidemia imperversava in migliaia di aziende.
    Un nuovo faccia a faccia, incalza Taras, è necessario per "evitare, come ogni stagione, una gestione del fenomeno in ritardo e in costante emergenza", prevedendo le giuste tempistiche per l'acquisto dei vaccini e un calendario ad hoc da rispettare per i trattamenti sugli animali. "Mettere in campo una programmazione puntuale - spiega ancora il presidente - significa intervenire in modo efficiente anche nei territori più a rischio evitando il propagarsi della malattia che, oltre al comparto ovino, va spesso a colpire anche l'allevamento dei bovini da carne, bloccati nelle movimentazioni poiché potenziali soggetti vettori della malattia".
    Per Confagricoltura poi, intervenire in tempi ragionevoli "vuol dire tenere conto dei segnali che arrivano dai capi sentinella, dislocati in diverse aree dell'Isola, attraverso cui si possono definire i potenziali sierotipi della lingua blu - sono ben 26 le varianti conosciute fino a oggi -, che potrebbero caratterizzare l'epidemia stagionale".
    Alcuni dati diffusi dall'associazione rendono chiara la dimensione del fenomeno: nella stagione 2024 sono stati censiti 4.067 focolai in tutta la Sardegna, con 209.778 capi colpiti di cui 72.449 deceduti. Nell'analisi generale risulta coinvolto circa il 50% di tutto il patrimonio ovino regionale con 1.435.876 animali interessati dalla diffusione del morbo.
   
   

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