Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha deciso di impugnare la legge sulle aree idonee a ospitare impianti da energia rinnovabile della Regione Sardegna (n.
20 del 05/12/2024, recante "Misure urgenti per l'individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all'installazione e promozione di impianti a fonti di energia rinnovabile (Fer) e per la semplificazione dei procedimenti autorizzativi).
Secondo il Cdm alcune disposizioni, "eccedendo
dalle competenze statutarie e ponendosi in contrasto con la
normativa statale ed europea in materia di energia e di beni
culturali e paesaggistici, violano gli articoli 117, primo
comma, secondo comma, lettera m) e s), e terzo comma, della
Costituzione, nonché i principi di uguaglianza di cui all'art. 3
della Costituzione, di certezza del diritto e del legittimo
affidamento e di libertà di iniziativa economica di cui all'art.
41 della Costituzione".
La Sardegna è la prima regione in Italia a recepire il
decreto del ministero dell'Ambiente sulle aree idonee per Fonti
di energia rinnovabile sul proprio territorio. Decreto firmato
dal ministro Pichetto il 12 giugno scorso, dopo oltre due anni
dall'impianto generale sulla transizione energetica con il
provvedimento di Mario Draghi nel 2021. Un decreto che, però, è
stato in parte sospeso dal Consiglio di Stato su ricorso di
alcune società di installazione di impianti rinnovabili.
Todde su Cdm, 'impugnazione aree idonee penalizza la Sardegna'
"Durante l'ultima seduta del Consiglio dei Ministri che si è svolta ieri sera, il governo Meloni ha deciso di impugnare la nostra legge sulle Aree idonee e non idonee. Lo ha fatto senza nemmeno convocare la presidente della Regione Sardegna, violando lo Statuto sardo, che le riconosce il diritto di partecipare al Cdm quando si discutono temi di rilievo per la Regione". Lo dice, in una nota la governatrice sarda Alessandra Todde, in merito all'annunciato ricorso del governo contro la legge della Sardegna sulle aree idonee per le rinnovabili nel territorio isolano". "Non sorprende che a chiedere l'impugnazione siano state forze politiche, una soprattutto, che in Sardegna si schierano a parole contro la speculazione energetica e a difesa dell'ambiente, mentre a Roma operano sistematicamente contro gli interessi regionali, promuovendo scelte politiche ed energetiche (penso al deposito delle scorie nucleari che vorrebbero imporci e all'Autonomia differenziata) che penalizzano la Sardegna e i suoi cittadini - attacca la presidente - La Regione Sardegna si difenderà davanti al giudice delle leggi come abbiamo fatto in tema di regionalismo differenziato. Come più volte ribadito, finché saremo alla guida della Sardegna, ci opporremo a qualsiasi tentativo di minacciare, imporre veti o dettare condizioni ai danni dei sardi". "Siamo stati la prima Regione in Italia ad approvare una legge sulle aree idonee, con largo anticipo rispetto alla scadenza fissata dal Governo - spiega Todde - La Sardegna, troppo spesso considerata un fanalino di coda, si è trasformata in un modello di tutela e pianificazione del territorio per tutto il Paese. Abbiamo proposto un modello virtuoso di transizione ecologica ed energetica, fondato sullo sviluppo sostenibile e sulla tutela dell'ambiente, del suolo, del paesaggio e dei sardi. Eppure, c'è chi ha definito questa legge 'debole', 'inutile', 'un regalo agli speculatori', sostenendo che il Governo non l'avrebbe nemmeno presa in considerazione. L'impugnazione dimostra il contrario: avevamo ragione noi".
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