(di Antonella Brianda)
(ANSA) - OLBIA, 22 APR - Una rete sempre più strutturata e
organizzata che parte della formazione universitaria degli
specialisti medici, passa per il potenziamento dei collegamenti
e delle strutture sanitarie territoriali e arriva a toccare le
forze dell'ordine come la Guardia Costiera: la telemedicina
applicata al soccorso in mare, con tutti i suoi risvolti e le
sue possibilità di potenziamento, è stata al centro del talk che
ha caratterizzato la mattinata di dibattito organizzato
nell'ambito della Fiera Nautica di Sardegna ospitata nella
Marina di Porto Rotondo.
Un parterre d'eccezione composto dai maggiori esponenti della
sanità regionale, con la presenza dell'assessore alla Sanità
Carlo Doria, del rettore dell'Università degli studi di Sassari,
Gavino Mariotti e dell'ammiraglio Giovanni Canu della Guardia
Costiera. Garantire la certezza delle cure ai tanti turisti che
ogni estate scelgono la Sardegna per trascorrere le proprie
vacanze è al centro dello sviluppo, sia in ambito universitario
che in ambito medico, dello strumento della telemedicina. A
sottolinearlo è stato il rettore Gavino Mariotti: "Siamo l'unico
Ateneo italiano, ad oggi, che ha già avuto un finanziamento di
120 milioni di euro del Pnrr di cui 30 milioni sono finiti nella
telemedicina. La nostra Università non ha confini geografici, è
uscita da tempo dalle mura della sua città e una delle
principali sedi collegate è proprio nella città di Olbia. Qui
abbiamo la sezione Economia del Turismo e recentemente abbiamo
finanziato un corso di laurea di Scienze infermieristiche che
contiamo di far partire da novembre. Di fatto quindi una branca
della medicina di Sassari sarà a Olbia. Abbiamo così creato un
sistema di interventi per il territorio". Un sistema, che negli
anni è stato sempre più rodato e che diventa essenziale anche
nel settore della nautica, dove il comparto degli operatori è
impegnato non solo a offrire imbarcazioni sempre più
tecnologiche e green, ma anche sicurezza in mare e pronto
intervento in caso di incidenti o necessità legati alla salute
dei diportisti.
E la sicurezza in mare è coordinata in maniera tempestiva e
fortemente operativa dalla Guardia Costiera. "Siamo il braccio
operativo della sanità in un ambiente ostile quale il mare è per
l'essere umano. Il nostro compito è quello di rendere
un'interfaccia che permetta di fruire in maniera sicura del mare
in situazione di emergenza sanitaria. - ha spiegato il
contrammiraglio Giovanni Canu del Terzo reparto Maricogecap
della Guardia Costiera - Da aprile a giugno la maggior parte
degli interventi che siamo chiamati a fare è per avarie del
motore o mancanza di carburante, e questo succede in una fascia
di età tra i 35 e i 40 anni. Siamo quindi sempre più convinti
che la sicurezza in mare comincia a terra e noi abbiamo
un'organizzazione molto strutturata. Abbiamo ottenuto il
risultato di avere a bordo la voce dei medici grazie proprio
alla telemedicina e con collegamenti a grande distanza e le
frequenze satellitari. È un vero miracolo sentire a distanza il
battito del cuore dell'assistito e chi sta a terra può fare una
diagnosi tempestiva del problema che affligge la persona
soccorsa - ha aggiunto - Inoltre il dialogo con i medici e i
nostri uomini non si limita al mero trasporto, perché la Guardia
Costiera ha la possibilità di imbarcare medici sulle sue
motovedette". (ANSA).