Ammantata di elementi fiabeschi tra costumi, trovate sceniche, richiami al fumetto-fantasy.
Rivive con un colorato, divertente e fantasioso allestimento la fiaba di Cenerentola nel dramma giocoso di Rossini riletto da Leo Muscato. Dopo Bonn, arriva per la prima volta in Italia. La Cenerentola è stata accolta ieri sera al Teatro Lirico di Cagliari da calorosi applausi, con punte di entusiasmo per i due protagonisti, Angelina - Cenerentola (Paola Gardina) e Don Ramiro, (Dave Monaco).
Secondo appuntamento con l'opera, il dramma giocoso su libretto di Jacopo Ferretti, tratto dalla fiaba di Perrault, mancava da Cagliari dal 2010, quando fu eseguito in forma di concerto. L'allestimento, regia di Muscato, coadiuvato dalla regista realizzatrice Marialuisa Bafunno, attualmente è di proprietà del Lirico. Quasi tre ore di musica, magia, incanto, tra angioletti salvifici dalle lunghe vesti bianche, i personaggi con indosso un elemento che richiama un animale.
Ottima la prova del cast. L'abito da sposa di Angelina - Cenerentola è adornato di piume bianche di colomba, simbolo della purezza, in Don Ramiro il pizzo dello jabot diventa il piumaggio di un colombo. Le vanitose sorellastre Clorinda (Chiara Notarnicola) e Tisbe (Giuseppina Piunti) protagoniste del celebre duetto felino, hanno l'una piume di pavone l'altra ali di farfalla, il patrigno (Giulio Mastrototaro) ha i colori dell'asino, il servitore Dandini (Christian Senn) indossa gilet e sciarpa con motivi dalmata. Deus ex machina della storia, Alidoro è interpretato da Pablo Ruiz. Firma le suggestive scene Andrea Belli, i bei costumi in stile '700 rivisitato Margherita Baldoni, l'ottimo disegno di luci è di Max Karbe.
Sul podio, a dirigere orchestra e coro maschile ben preparato da Giovanni Andreoli del Lirico, Jonathan Brandani che ha offerto una lettura rispettosa della partitura. Domina la scena una scala curva a semicerchio circondata da pareti dipinte con richiami a un bosco. Gira di continuo per svelare di volta in volta, ambienti e spazi e offrire differenti punti di vista.
Quasi simbolo dell'ascesa sociale cui aspirano il patrigno e le sorellastre e che invece compirà l' eroina della vicenda che dalle ceneri del caminetto arriverà allo splendore del palazzo del principe col gran ballo, il lieto fine e, a nobilitare il tutto, il perdono.
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