DI MARIA GRAZIA MARILOTTI
"Moderna, anticonformista, amante della libertà incondizionata. Carmen, tra le più celebri eroine dell'opera lirica, non smette di affascinare il pubblico di ogni tempo". A tratteggiare il suo profilo contestualizzato in ottica contemporanea, è stato il musicologo Riccardo Pecci. Ieri sera l'esperto, nel foyer di platea gremito del Teatro Lirico di Cagliari, ha offerto spunti e suggestioni sul capolavoro di Bizet con la sua "straordinaria tavolozza espressiva in un gioco di stili differenti". Carmen è in programma al Lirico dal 30 giugno al 9 luglio. Sul podio Fabrizio Maria Carminati. L'opera sarà proposta in nuovo allestimento del Teatro cagliaritano per la regia di Renato Bonajuto.
Pecci si è soffermato dapprima sul valore storico del capolavoro "che ha fatto da spartiacque nella storia dell'opera. C'è un prima e un dopo Carmen - ha spiegato - Autori come Puccini, Mascagni, Leoncavallo, Giordano, sarebbero impensabili senza il precedente di Carmen". Poi citando Nietzsche, tra gli estimatori di Bizet, il musicologo ha aggiunto: "Carmen mostra l'amore ritradotto nella natura. Secondo il filosofo tedesco Bizet smonta il sentimentalismo dei libretti d'opera per mettere in scena l'amore egoistico, legato al possesso che diventa odio quando non corrisposto e sfocia in violenza, omicidio. Carmen inaugura una serie di brutali femminicidi in scena, poi riproposti da altri autori".
L'opera, ha proseguito Pecci, "rappresenta un messaggio potente anche per il nostro tempo. La riflessione sul tema drammatico del femminicidio ci riporta a Carmen che ci interroga sulla libertà femminile, sul diritto della donna a decidere per sé, a prendere e lasciare e non essere presa e lasciata. Anche da questo punto di vista Bizet, consapevolmente o meno, ha segnato un punto chiave della nostra riflessione".
Creata dalla penna di Mérimée e ritratta in musica da Georges Bizet ,"si presta a una miriade di letture, eppure - ha chiarito l'esperto - con il personaggio di Carmen Bizet ha gettato dentro l'Opéra-comique di Parigi, dove è stata rappresentata per la prima volta il 3 marzo 1875, una vera e propria bomba. Pubblico e critica benpensante accolsero con imbarazzo la storia che ha come protagonista, in una Andalusia con tutti i suoi colori e atmosfere, una gitana indomabile, coraggiosa, assertiva nelle sue scelte, terrorizzante per il mondo maschile. Un'opera per molti versi esplosiva rispetto alle convenzioni dell'Opéra-comique".
A segnare il suo trionfo in Italia è stata la rappresentazione del 1881 al Politeama di Genova. "E ora, a distanza di un secolo e mezzo, Carmen resta tra le opere più amate e rappresentate, e continua a tenere in piedi la riflessione su un dramma che dal palcoscenico - ha ribadito Pecci - viene tristemente replicato troppe volte nella realtà".
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