E' tornato in libertà il marocchino Hamid Bouchab, 23 anni, accusato di essere uno dei due scafisti del peschereccio carico di migranti che il 12 maggio scorso fece naufragio, causando la morte di 17 persone. Lo ha deciso il Gip di Catania, Giovanni Cariolo che, accogliendo la richiesta del legale dell'indagato, l'avvocato Francesco Turrisi, gli ha revocato gli arresti domiciliari e l'obbligo di utilizzare il braccialetto elettronico. La Procura aveva presentato parere contrario. Resta in carcere il presunto 'capitano' del peschereccio il 23enne tunisino Haj Hammouda Radouan.
"Ruolo marginale nella vicenda"
Il Gip Cariolo ha ritenuto che Bouchab abbia avuto "un ruolo marginale nella vicenda" e "venute meno le esigenze cautelari poste a fondamento del provvedimento restrittivo". Il 9 giugno scorso il Tribunale del riesame, presieduto da Maria Grazia Vagliasindi, ha annullato le contestazioni di omicidio e naufragio volontari, contestati ai due indagati dalla Procura, riqualificando l'accusa in morte come conseguenza di altro reato, che è il favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
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