Attraverso un prestanome la mafia
gestiva il bar dell'ospedale Civico di Palermo che era anche
diventato luogo di incontro dei boss. E' uno dei particolari
emersi nell'indagine dei carabinieri che ha portato all'
emissione di 39 misure cautelari. Il bar è stato sequestrato, ma
gli investigatori continuano le indagini per chiarire l'origine
dell'aggiudicazione dell'attività commerciale e se altre
attività, all'interno del nosocomio, fossero controllate da Cosa
nostra.
L'inchiesta ha anche evidenziato, grazie alla denuncia della
vittima, un tentativo di estorsione ai danni di un imprenditore
che si era aggiudicato l'appalto per la ristrutturazione del
Policlinico. Uno degli arrestati, Giuseppe Perrone, avrebbe
tentato di imporre all'impresa forniture di materiali e
manodopera oltre a una tangente di 500 mila euro.
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