"Matteo Tutino non ha mai pronunciato quella frase su Lucia Borsellino, è un'invenzione frutto di dossieraggio per fini politici", affermano gli avvocati Giovanna e Daniele Livreri, difensori del chirurgo plastico.
"Il nostro assistito ribadisce ancora una volta come la terribile e sconvolgente frase di cui alle intercettazioni pubblicate dall'Espresso, nel senso inquietante dato alla stessa, non esiste e non poteva esistere perché non è stata mai profferita ed è purtroppo con rassegnazione che dobbiamo prendere atto che è una invenzione frutto di dossieraggio per motivi politici".
Il medico, agli arresti domiciliari per truffa al servizio sanitario, ribadisce di non avere mai pronunciato, conversando con il Governatore Rosario Crocetta, la frase su Lucia Borsellino ("va fermata, fatta fuori come il padre") pubblicata dall'Espresso e smentita dalla Procura. "Il nostro assistito - prosegue la nota dei legali - si dichiara inoltre molto addolorato per la sofferenza e l'imbarazzo incolpevolmente arrecato alla dottoressa Borsellino da quanto sta avvenendo, anche perché, contrariamente a quanto affermano alcuni, il rapporto tra il dottor Tutino e l'assessore alla Sanità è stato sempre improntato a sincera e leale amicizia". Il medico riferisce "di avere sempre seguito, nel suo incarico di primario del reparto di chirurgia plastica di Villa Sofia, le puntuali direttive che gli venivano impartite dal Presidente ed anche dall'Assessore alla Sanità", indicando il Progetto Diomede come "l'esempio più calzante a cui fu dato avvio da parte del Presidente, di concerto con l'Assessore".
Nella nota i difensori di Tutino citano anche "il progetto legalità Villa Sofia". "Purtroppo il nostro cliente - conclude la nota - si accorge troppo tardi di essere stato mandato avanti allo sbaraglio ed a briglie sciolte, per poi essere lasciato solo a pagare il conto".
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