La polizia sta eseguendo oltre venti ordinanze di custodia cautelare nei confronti dei presunti componenti di una banda di palermitani dedita alle estorsioni, con il furto di auto secondo il cosiddetto sistema del "cavallo di ritorno" e di rapine, furti e ricettazioni di veicoli. Le indagini sono cominciate nel settembre 2015; in pochi mesi i poliziotti della sezione Criminalità Organizzata della Mobile hanno individuato l' organizzazione, ricostruendone l'attività e i ruoli dei componenti. Alcuni si occupavano dei furti dei veicoli, altri fornivano luoghi sicuri dove custodire i mezzi rubati fintanto che si concludesse la "trattativa" con le vittime e, infine, intermediari avevano il compito di contattare queste ultime per prospettare la possibilità di recuperare ka refurtiva. È stato accertato che la banda era in grado di rubare un centinaio di veicoli al mese con un incasso di circa 200 mila euro.
La banda di ladri di auto e furgoni ed estorsori, sgominata dalla polizia di Stato che ha eseguito 25 ordinanze cautelari, era capitanata da Massimiliano Castelluccio. L'uomo era in carcere, arrestato nell'operazione antimafia Paesan Blues, ma grazie alla moglie Anna Rita Marino, adesso finita ai domiciliari, riusciva a comunicare con i componenti della banda, dare ordini e ricevere parte dei 200 mila euro al mese che la gang raggranellava con i furti e le tangenti pretese per restituire i veicoli ai proprietari. Gli inquirenti hanno intercettato i colloqui in carcere tra marito e moglie. L'inchiesta partita nel settembre 2015 è stata interrotta nel gennaio di quest'anno perché un agente di polizia ha avvertito i componenti dell'organizzazione che le auto e luoghi di ritrovo erano imbottite di cimici. Una soffiata che non ha del tutto compromesso le indagini perché già gli uomini della squadra mobile avevano raccolto il materiale probatorio che ha portato agli arresti. Sulla ''talpa'' ci sono indagini in corso. "Abbiamo sgominato un'organizzazione che ha rubato ogni mese circa 100 mezzi che poi tentava di restituire ai proprietari dietro pagamento del pizzo - dice Rodolfo Ruperti capo della Mobile di Palermo - Tanti derubati hanno accettato il ricatto e pagato i soldi richiesti, per avere indietro il mezzo, fino a 3 mila euro. Ad essere prese di mira per lo più furgoni di imprese. Per quanto riguarda la fuga di notizie abbiamo gli anticorpi e stiamo proseguendo nelle indagini".
Questi i nomi degli arrestati dell'operazione della squadra mobile di Palermo contro una banda di ladri che rubava veicoli e chiedeva il pizzo per restituirli ai proprietari. In carcere sono finiti Leonardo Algeri, 37 anni Lillo Fanara, 23 anni Massimiliano Castelluccio, 48 anni Salvatore Casamento, 32 anni Antonino Noto, 34 anni Francesco Quattrocchi, 20 anni Emanuele Casamento, 24 anni. Ai domiciliari sono andati: Marcello Sirchia, 41 anni, Roberto Presti, 21 anni, Pasquale Ferrara, 30 anni, Pietro Di Mariano, 45 anni, Gaetano Castelluccio, 37 anni, Giuseppe Di Maria, 76 anni, Gioacchino Lo Buono, 27 anni, Marcello Falcone, 43 anni, Sebastiano Andrea Marchese, 53 anni, Vincenzo Lo Verso, 47 anni, Luca Cirò, 39 anni, Antonino Presti, 51 anni, residente a Misilmeri, Salvatore Adimino, 28 anni, Salvatore Carollo, 26 anni, Giuseppe Di Maria, 42 anni, Marcello Falcone, 43 anni, Ciro Li Castri, 61 anni, residente a Misilmeri, Vincenzo Marchese, 28 anni, Anna Rita Marino, 38 anni.
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