Da Torino a Racalmuto, dal "Salone del libro" al Master di scrittura, la cultura è "l'unico modo per unire il Paese". E' questa l'idea di Massimo Bray, direttore generale dell'Istituto dell'Enciclopedia italiana fondato da Giovanni Treccani, coordinatore del master con cui si conclude venerdì il Festival della Strada degli Scrittori, ospitato nei locali della Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto.
L'ex ministro interviene sul "Valore dei Libri", dopo una settimana durante la quale si sono susseguiti relatori del calibro di Roberto Andò, Gianni Puglisi, Sandro Cappelletto, Marco Damilano, Vincenzo Trione, Gaetano Savatteri. Ad ascoltarli, 43 iscritti, in gran parte giovani e giovanissimi provenienti da diverse città e con varie esperienze formative e professionali. Altissima la qualità del corso coordinato da Bray, presidente della Fondazione per il Libro di Torino, adesso al centro del dibattito politico interno al Pd. Un partito invitato, in alcune interviste rilasciate al Corriere della Sera e a Repubblica, a sintonizzarsi con le attese dei giovani, superando le continue divisioni di una Sinistra che dovrebbe "parlare a chi non le crede più".
"La cultura - sostiene Bray - può unire, può ricreare le condizioni del vivere civile e del rilancio del Paese. In Italia andrebbe valorizzato il senso di comunità che ci portiamo dietro da secoli e che c'è in tutti i borghi e in tutte le città. A volte mi preoccupa come mettere queste esperienze in rete, come fare in modo che diventino un'occasione per confrontarsi, valorizzare i punti di forza e le difficoltà. Probabilmente tale sforzo dovrebbe essere colto anche dalle Autorità che di mestiere dovrebbero fare questo".
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