Le manifestazioni per il cinquantesimo anniversario del terremoto del Belìce hanno anche una sezione dedicata al teatro. A cominciare da uno spettacolo che Alessandro Preziosi terrà sabato 13 gennaio alle 20,30 nel teatro di Sambuca L'Idea. L'attore, accompagnato dalle musiche di Lello Analfino, leggerà brani tratti dagli scritti di Leonardo Sciascia, Don Riboldi, Ludovico Corrao, Vincenzo Consolo, Giovanni Paolo II e Danilo Dolci. A parlare dello spettacolo è lo stesso Preziosi, attore di grande talento molto conosciuto al grande pubblico per le fiction tv. "Quando il Papa visitò la Valle del Belice nel 1982 - ricorda - tuonò dicendo che la baracca era un segno di degrado e precarietà inaccettabile. Io cito per intero l' omelia che pronunciò durante la Messa". Del resto l'attore la tragedia del terremoto l'ha vissuta in prima persona, nell'Irpinia: "So bene - dice - cosa si prova a dover fuggire da casa. Ma è ora di dire che il terremoto non è una disgrazia, non è una condanna, è una legge di natura ineluttabile contro la quale oggi non abbiamo difese. E' ora di crearla questa difesa su tutto il territorio, come fanno i giapponesi che convivono con la minaccia costante dei terremoti. Dobbiamo sapere anche che la Bellezza da sola non basta, bisogna anche restituire a chi ha perso tutto la dignità del vivere quotidiano: case, scuole, ospedali, e anche teatri".
L'anniversario del terremoto sarà ricordato anche con la riduzione a monologo dell'ultimo romanzo di Luigi Pirandello "Uno Nessuno Centomila" messa in scena da un altro grande attore, Enrico Lo Verso. L'adattamento e la regia sono di Alessandra Pizzi. Lo spettacolo andrà in scena sabato 13 gennaio al Teatro Rivoli di Mazara del Vallo, domenica 14 sarà invece a Sambuca, sempre nel teatro L'Idea, un piccolo gioiello di metà Ottocento miracolosamente risparmiato dalla furia del sisma. Lo spettacolo ha già realizzato 130 repliche e ha vinto il premio Franco Enriquez 2017. Una grande soddisfazione per l'attore palermitano, che dopo anni di successi cinematografici ha deciso di tornare al teatro per questo testo che lui stesso definisce "una sfida". "Dopo averlo letto - spiega - ho pensato che fosse un trattato di filosofia pura. Ragionamenti, pensieri, dubbi, messi in fila, legati da una logica stringente. Il protagonista compie un viaggio dentro la coscienza, alla ricerca della propria identità". Ma quale potrebbe essere il legame tra Pirandello e il terribile terremoto di 50 anni fa? "Non mi pare che si possa tentare un paragone - dice Lo Verso - tanto orribile e luttuosa fu quell'esperienza, però è vero che il protagonista del monologo va incontro al suo terremoto interiore, che manda all'aria la sua intera vita".
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