Le 27 persone arrestate dai
carabinieri nell'ambito dell'operazione "Artemisia" su una
loggia segreta a Castelvetrano, su ordine del Gip di Trapani,
devono rispondere, a vario titolo, di corruzione, concussione,
traffico di influenze illecite, peculato, truffa aggravata,
falsità materiale, falsità ideologica, rivelazione ed
utilizzazione del segreto d'ufficio, favoreggiamento personale,
abuso d'ufficio ed associazione a delinquere segreta finalizzata
ad interferire con la pubblica amministrazione (violazione della
cosiddetta legge Anselmi). Per gli stessi reati sono stati
notificati anche 5 obblighi di dimora e una misura interdittiva
della sospensione dall'esercizio del pubblico ufficio, nonché
notificate altre 4 informazioni di garanzia.
Le indagini dei Carabinieri, coordinati dalla Procura di
Trapani, avviate nel 2015, ruotano attorno alla figura di
Giovanni Lo Sciuto, ex deputato regionale fino al 2017, a carico
del quale sono emersi gravi indizi in ordine alla commissione di
numerosi reati contro la Pubblica amministrazione con
l'obiettivo di ampliare la sua base elettorale e il suo potere
politico. Le indagini hanno permesso di accertare che Lo Sciuto
avrebbe creato uno accordo corruttivo con Rosario Orlando - già
responsabile del Centro Medico Legale dell' Inps, poi
collaboratore esterno dello steso ente quale "medico
rappresentante di categoria in seno alle commissioni invalidità
civili" -. Lo Sciuto avrebbe ottenuto da Orlando la concessione
di numerose pensioni di invalidità per i suoi elettori, anche in
assenza dei presupposti previsti dalla legge. Il medico
dell'Inps sarebbe stato corrotto attraverso regali ed altre
utilità, e anche attraverso l'intercessione con l'ex Rettore
Roberto Lagalla, oggi assessore regionale all'Istruzione e
destinatario di un'informazione di garanzia, per
l'aggiudicazione di una borsa di studio a favore della figlia
presso l'università di Palermo.
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