Solo nel 3,4% dei casi il traffico
di esseri umani è legato ad altri reati transnazionali come il
business della droga e delle armi o il contrabbando di
sigarette. Le organizzazioni criminali che gestiscono la tratta
di migranti raramente, dunque, sovrappongono a questo genere di
illeciti altri reati. Una conclusione che rende difficile
giustificare controlli più severi sui flussi migratori con
l'assunto che il traffico di migranti porti con sé
narcotraffico, vendita di armi, contrabbando.
E' quanto emerge da una ricerca di Transcrime, il Centro di
ricerca interuniversitario sulla criminalità transnazionale
dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, dell'Alma Mater
Studiorum Università di Bologna e dell'Università degli Studi di
Perugia, illustrata nel corso di un webinair a cui hanno preso
parte, tra gli altri, anche studiosi dell'Università Americana
de Il Cairo, esperti dell'International Institute of Siracuse,
della Florida International University.
L'analisi, illustrata da Alberto Aziani, ricercatore senior di
Sociologia della devianza alla Facoltà di Scienze Politiche e
Sociali dell'Università Cattolica e di Transcrime, si è
concentrata sulla sovrapposizione dei crimini legati ai traffici
di migranti e al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina
ad altri commerci illegali. La ricerca, durata due anni e
basata sull'analisi di indagini svolte dalle forze dell'ordine,
ha accertato che solo in pochissimi casi le organizzazioni
criminali che gestiscono la tratta di esseri umani
contemporanemente si dedicano al business della droga, delle
armi o al contrabbando di tabacchi.
"Si tratta di casi episodici e non sistemici, - dice Aziani -
con poche realtà stabili". Tendenzialmente, dunque, lo human
smuggling è indipendente da altri crimini transnazionali. Altro
discorso, come emerge dalle indagini, è il reimpiego del denaro
incassato con il traffico di esseri umani in altre attività
illecite transnazionali, il riciclaggio dei soldi sporchi,
insomma.
L'incontro è stato introdoto dal professorr Ernesto Ugo Savona,
direttore di Trascrime.
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