"La presenza dello Stato in
un territorio come Gela è importantissima. E' un territorio che
ha pagato moltissimo e lo Stato deve essere presente
fisicamente, non solo in occasione di ricorrenze ma giorno per
giorno con le sue istituzioni che devono fare squadra insieme.
Avere uomini come il presidente dell'associazione antiracket di
Gela Renzo Caponetti che si spendono per la legalità è
fondamentale. Penso che il vero successo è che ci sia la
normalità di persone che si impegnano in maniera così forte".
L'ha detto il capo della polizia Lamberto Giannini, a Gela, in
occasione di una visita in provincia di Caltanissetta.
Dopo l'incontro con alcuni funzionari di polizia nella sala
"Emanuela Loi" della questura di Caltanissetta, Giannini,
accompagnato dal questore Emanuele Ricifari, ha partecipato al
convegno "Vivere e testimoniare la legalità", organizzato presso
la sede dell'associazione antiracket "Gaetano Giordano", a Gela.
Il Capo della Polizia si è poi recato nell'area archeologica
"Mura Timoleontee" di Capo Soprano, dove insieme al prefetto di
Caltanissetta Chiara Armenia e ai questori della regione ha
assistito all'esibizione "Note di legalità" della Banda musicale
della Polizia di Stato.
L'evento, al quale ha partecipato anche la signora Franca
Evangelista, vedova dell'imprenditore Gaetano Giordano, vittima
del racket, ha riscosso successo tra i cittadini. La Banda è
stata diretta dal maestro Maurizio Billi, mentre il soprano
nisseno Liliana Aiera ha intonato alcune arie.
Il presidente dell'associazione antiracket Renzo Caponetti,
prima del concerto, dal palco ha ripercorso il tortuoso avvio
dell'associazione con gli attentati e le uccisioni dei
commercianti gelesi. L'associazione da allora ha collaborato con
la polizia e con tutte le forze dell'ordine per combattere le
consorterie mafiose.
Franca Evangelista, moglie del commerciante Gaetano Giordano,
ucciso nel 1992 dalla mafia, dal palco ha raccontato la sua dura
esperienza.
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