Sono stati svuotati al cimitero di
Sciacca (Ag) tre loculi che erano stati messi a disposizione dal
comune per assicurare degna sepoltura ad alcune vittime del
drammatico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa del 3
ottobre 2013. Stando a quanto si apprende le salme sono state
state spostate nel campo comune in quanto "mai identificate".
Contesta però questa decisione don Mussie Zerai, prete eritreo
ed attivista a sostegno dei migranti e dei rifugiati con la sua
agenzia "Habeshia", candidato al Nobel per la pace nel 2015: "Ho
appreso i fatti - denuncia il sacerdote - da due donne, sorelle
di una delle vittime, che ieri sono venute apposta dalla
Svizzera per rendere omaggio al cimitero davanti la tomba della
propria congiunta. Ma il loculo era vuoto. Così come erano vuote
anche altre due tombe vicine, anche queste all'epoca dei fatti
occupate dalle salme di altre vittime della tragedia 3 ottobre".
Padre Zerai aggiunge che la salma scomparsa dal loculo era stata
senz'altro identificata, e che i familiari dispongono di un
documento ufficiale che lo certifica. "Inoltre - osserva il
prete - il processo di identificazione delle altre vittime sta
procedendo, e nei giorni scorsi proprio a Lampedusa alcune
persone sono state sottoposte al test del Dna".
Si dice sconcertata dall'accaduto il sindaco di Sciacca
Francesca Valenti, che parla di "episodio gravissimo",
aggiungendo di avere disposto un'indagine interna per accertare
ogni responsabilità. "È obiettivo della mia amministrazione -
dice - che le salme delle vittime del naufragio vengano
nuovamente tumulate in quegli stessi loculi, nel rispetto della
memoria e della identità di città, quella di Sciacca,
inequivocabilmente dalla parte dei più deboli".
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