La fisica al servizio delle
eccellenze agro-alimentari siciliane, in particolare di prodotti
come il pomodoro di Pachino e l'arancia rossa di Sicilia
(IGPIgp), l'arancia di Ribera e il pistacchio verde di Bronte
(DOPop). È stato testato un metodo che permette di utilizzare
tecniche di analisi elementale non distruttive (analisi XRF),
caratterizzate da una rapida implementazione in situ, per
certificare la qualità delqualitativamente il prodotto IgpIGP
(per esempio l'assenza di metalli pesanti) e per associare
un'univoca impronta elementale al frutto (fingerprint). Lo
studio, validato scientificamente dalla prestigiosa rivista Food
Chemistry, è stato proposto nell'ambito delle attività del
dottorato di ricerca in Sistemi complessi per le Scienze
Fisiche, Socio-economiche e della Vita da un team di ricercatori
dell'Università di Catania e mira adefinire un protocollo
univoco di analisi sul frutto, ottenendo il duplice scopo di
garantire la qualità della filiera e di impedire le
contraffazioni. Autori della ricerca sono Salvina Panebianco,
dottoranda del 35° ciclo, Agatino Musumarra (dipartimento di
Fisica e Astronomia, Dfa) e Alfredo Pulvirenti (unità di
bioinformatica del ddipartimento di Medicina clinica e
sperimentale). "La tutela di prodotti riconosciuti a livello
internazionale attraverso i marchi IGPgp e DOPop- spiegano gli
autori della ricerca - deve prevedere azioni atte a garantirne
la qualità e a stabilire severi protocolli di tracciabilità,
salvaguardando la salute del consumatore e proteggendo il
prodotto da tentativi di contraffazione. Queste certificazioni
agiscono inoltre da volano nella promozione dei prodotti
regionali e di fatto qualificano ulteriormente il territorio a
livello turistico. Attraverso questa ricerca interdisciplinare,
che può avere significative ricadute anche in termini economici,
l'Università di Catania conferma il suo impegno a supporto del
territorio".
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