"Grounded", a terra. La guerra con
i droni pilotati da remoto, testo profetico di George Brant,
debutta il 5 aprile allo Stabile di Catania con Linda Gennari
nel ruolo di una pilota di F16 che è tornata in servizio dopo la
maternità e viene destinata a una base nel deserto del Nevada.
Da un bunker anonimo la top gun può raggiungere qualsiasi
obiettivo.
La regia è di Davide Livermore, che per il debutto italiano
dello spettacolo ha costruito un impianto scenico che riproduce
una piattaforma in bilico, "sospesa sul baratro - dice il
regista - che può simulare il volo di un aereo, in questo caso
il movimento del drone". "La guerra fatta con i droni - aggiunge
il regista - non è certo una novità, vengono usati ormai da
molti anni ed è certamente un modo vigliacco di combattere. Il
testo fa riferimento alla guerra in Afghanistan, ma il punto è
che il pilota vede in faccia coloro che uccide, e questo prima o
poi li conduce alla follia. La protagonista punta il suo
obiettivo, ma vede una bambina che esce per strada, il suo
cervello va in tilt e in lei riconosce la figlia. Non spara,
disobbedisce e verrà condannata dalla corte marziale. Ecco la
trama, che sfiora in ogni momento la crudeltà della guerra e in
un momento così buio, qualunque 'operazione speciale', così come
le 'operazioni di pace' sono un'offesa al Cielo. Sono modi
abbastanza ipocriti di chiamare la guerra, assurdi sinonimi che
servono però ad aumentare la spesa destinata alle armi. Ma la
realtà in nessun caso può essere confusa con un video-game".
Il regista è arrivato il 4 aprile a Siracusa, dove in
mattinata sono iniziate le prove di "Agamennone" di Eschilo, che
completa la trilogia dell'Orestea che vedremo per intero a
luglio. "Tutti i tragici greci - spiega Livermore - dettano
un'agenda etica per il futuro dell'umanità, e il teatro è una
piattaforma che consente agli uomini di avvicinarsi al senso
della giustizia. Io sono fortunato, chiunque lavori circondato
dalle parole di Eschilo, è fortunato. Sono parole di salvezza. E
sentirsi a casa in questo teatro antico e sacro è una gioia, che
mi consente, e me ne scuso, di distogliere lo sguardo dagli
orrori che ci circondano".
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