"Le mie richieste di un maggiore
sostegno da parte dell'amministrazione comunale rispetto al tema
della disabilità sono andate tutte le volte inascoltate. Non ha
promosso nemmeno l'esistenza della figura del garante. E' stata
scarsa, per non dire inesistente, la collaborazione con tutta la
giunta comunale, il coinvolgimento del garante, quando c'erano
scelte politiche sul mondo della disabilità da fare sono state
pari a zero". E' un fiume in piena l'avvocato Marcella La Manna
che, dopo aver annunciato cinque giorni fa le dimissioni da
Garante per i diritti delle persone disabili e delle loro
famiglie del Comune di Palermo, oggi ha spiegato le ragioni
della sua scelta in una conferenza stampa.
"Non ho avuto alcun riscontro e nessuna risposta sulla
questione dell'abbattimento delle barriere architettoniche -
aggiunge -. Nel dicembre 2021 ho messo nero su bianco la mia
frustrazione con una breve, ma molto densa relazione di fine
anno nella quale lamentavo il fatto che alcuni assessori che non
mi avevano neanche voluto incontrare".
"A gennaio scorso - sottolinea La Manna, che era stata
nominata nel maggio 2019 - sono ripartita all'attacco per
costituire un tavolo permanente per i Piani per l'eliminazione
delle barriere architettoniche, una legge del 1986, che a
Palermo è rimasta sempre lettera morta. Questo ulteriore
silenzio è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, così
dopo avere convocato l'organismo territoriale, e spiegato le mie
ragioni, ho deciso di rassegnare le dimissioni".
La Manna spiega che "sono stati anni di lavoro, di ascolto,
di promozione e sensibilizzazione in materia di integrazione e
inclusione sociale delle persone con disabilità, con le
pochissime risorse e la scarsa attenzione che l'amministrazione
mi ha rivolto. Ci sono stati troppi, direi pesanti, silenzi
istituzionali che hanno dimostrato poco interesse verso il mondo
della disabilità e delle famiglie coinvolte. Non voglio che la
figura del Garante sia confusa con un'amministrazione
inadempiente. Le mie dimissioni, seppur sofferte - conclude La
Manna - rappresentano un ultimo estremo atto per dare visibilità
alle persone con disabilità e alle loro famiglie, costantemente
ignorate".
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