Fino a qualche anno fa, la
stazione marittima era una struttura in stato di abbandono. Nel
2017, Pasqualino Monti, appena nominato presidente dell'Autorità
portuale di Palermo, trovò una struttura fatiscente,
sequestrata, su una banchina a sua volta sequestrata nel 2015
dalla Procura di Palermo per problemi di stabilità, e con un
contenzioso in atto con la ditta che stava eseguendo i lavori.
Da questa condizione di partenza ha avuto inizio una complessa
riqualificazione. Risolto il contenzioso e riaperto il cantiere
a fine 2018, è stata messa in sicurezza e dissequestrata la
banchina ed è stato ricostruito totalmente il terminal. Come
ricorda lo stesso Monti: "ho ricordi ancora nitidi di quando,
poco più di quattro anni fa, per la prima volta ho varcato la
soglia della radice del Molo Vittorio Veneto - ha detto nel suo
intervento - Trovai tracce di assenze, di un futuro mai
avverato, di non finito, bruttezza, disillusione. Mi resi subito
conto che a Palermo esisteva una stazione marittima sequestrata
poggiata su una banchina anch'essa sequestrata, con un progetto
di recupero, del 2008, annegato nel degrado, e con un
contenzioso in atto con la ditta che stava eseguendo i lavori.
Di fronte a quell'inferno avevamo due strade: accettare
l'inferno, oppure riconoscere chi e cosa, in mezzo all'inferno,
non era inferno. Abbiamo scelto la seconda via, avviando una
complessa riqualificazione, realizzata in mezzo a mille
difficoltà". "Risolto il contenzioso e riaperto il cantiere a
fine 2018 - ha detto il presidente dell'Autorità portuale del
mare di Sicilia occidentale - è stata messa in sicurezza e
dissequestrata la banchina, è stato ricostruito totalmente
questo cruise terminal, ed è stata realizzata una tensostruttura
provvisoria, ridando così dignità al molo Vittorio Veneto", ha
concluso.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA